lunedì 23 giugno 2008

Paris, mon amour

I'm still alive.... here and ici
Enjoy!!!

lunedì 12 maggio 2008

To Allemon from Mais

E’ strano e allo stesso tempo affascinante come nella vita un determinato luogo, che sia una città o un edificio o un prato….. possa assumere nella nostra testa un determinata collocazione emozionale a seconda di quella che è l’evoluzione della nostra vita.
Basta un niente e un luogo che fino a ieri adoravamo può diventare un luogo dove non metteremo mai più piede.
Un ristorante dove si è sempre andati con la persona che si ama, può dopo un addio diventare un posto che non vorremmo più nemmeno sentire nominare…. o viceversa, può capitare di incontrare la persona della propria vita in un luogo che mai avremmo pensato che per noi avrebbe significato alcunché.
Oggi il luogo che sta cambiando posizione nei miei sentimenti e nella mia testa e niente meno che New York, la Grande Mela, NYC, come preferite chiamarla va bene.
Quando ero piccolo New York era il simbolo della città per eccellenza, compariva continuamente dei film anni ’80 e guardavo affascinato ogni singolo grattacielo, taxi giallo, nome di via indicato con i numeri, bancarella di hotdog…e via dicendo. Era qualcosa di quasi irreale e irraggiungibile, il simbolo di quegli anni.
Quando sono cresciuto parecchi anni dopo, a New York ci sono stato: l’ho vissuta, l’ho respirata, ne sono stato parte anche se sono per pochi giorni.
La connotazione mitologica che ne avevo nell’infanzia era ormai sparita, ma ne sono rimasto affascinato in un modo altrettanto ingenuo e infantile. Ho camminato per la città con la testa verso l’alto, ho respirato lo smog, ho mangiato hamburgers e sushi takeaway percorrendo le strade di Wall Street, Greenwich Village e Ground Zero. Ho comprato da mangiare dal mitico Dean & DeLuca. Ho visto la durezza di questa città, le maschere che ogni suo abitante indossa per proteggersi dalla vita quotidiana. Ho attraversato Central Park e il distretto dei teatri, ho sentito attorno a me la passata gloria di luoghi come Radio City, il Flatiron Building, la Statua della Libertà.
Finito il viaggio ho chiuso il capitolo NY. Era una cosa vista, compiuta e catalogata. Fine.
Oggi NY torna prepotentemente nella mia vita. La persona con cui sono più in confidenza su questo pianeta, la mia migliore amica, una persona che per me è come una sorella, e compagna di avventure (e figure di merda fra le altre cose) partirà per la Grande Mela e si trasferirà li a tempo indeterminato.
New York diventa improvvisamente il luogo che mi priva di un pezzo importante della mia vita, la città che mi porta via la persona a cui dicevo tutto, che chiamavo alle 2 di notte se avevo bisogno anche solo di sparare due cazzate, con cui ho condiviso i momenti più belli e i più difficili della mia vita negli ultimi dieci anni.
Non c’è più nessun fascino in questa città per me, e se c’è è oscurato da ciò che questa città ora rappresenta per me: la causa di un enorme vuoto nella mia vita.
Che ragionamento egoista. Per lei sarà sicuramente una bella esperienza, e se ha deciso di andare significa che era questo che voleva, e va bene così. Ma io sono qui e non posso fare a meno di pensare a ciò che sto per perdere. La vita è breve si dice sempre; beh allora vorrei sempre viverla al massimo e con le persone che più meritano.
Chissà forse in futuro New York assumerà ancora un'altra forma positiva nella mia mente: quando andrò a trovarla, finalmente e sarà nuovamente teatro di bei momenti vissuti che potrò ricordare.

Ais --> Mais

giovedì 24 aprile 2008

Home

Quando l'ascolto mi sento a casa.... ovunque sia....



Here is a song
from the wrong side of town
where I'm bound
to the ground
by the loneliest sound
that pounds from within
and is pinning me down

Here is a page
from the emptiest stage
a cage or the heaviest cross ever made
a gauge of the deadliest trap ever laid

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong here

The heat and the sickliest
sweet smelling sheets
that cling to the backs of my knees
and my feet
I'm drowning in time
to a desperate beat

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong

Feels like home
I should have known
from my first breath

God send the only true friend
I call mine
pretend that I'll make amends
the next time
befriend the glorious end of the line

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong here.

giovedì 17 aprile 2008

Una mattina al risveglio....



...dovevo partire fra poche ore per un viaggio di lavoro all'estero...
Non avevo passato la notte sola...Alpaka Gigante Biondo aveva sonnecchiato al mio fianco nella maglietta bianca di lana.
Al nostro risveglio, presi l'i-pod e gli misi gli auricolari alle orecchie...con questa canzone...e mi misi a piangere, sapendo che iniziava "la mia vita da adulto".

Do you remember?!?

Finita questa canzone, lui prese il suo lettore mp3 e mi mise nelle orecchie "la sua canzone" per me, questa:



Io partii...e capìì che non avrei potuto rinunciare a tutto ciò.

mercoledì 16 aprile 2008

Lassù qualcuno mi osserva....

...ed ha deciso di facilitarmi la vita, o meglio...di donarmi più tempo libero.
Giovedì 10 aprile 2008 avete (voi non so chi) deciso di aprirmi lo svincolo dell'autostrada a 3 chilometri da casa (Caprara, uscita-entrata sull'A1 Milano-Napoli).
Grazie a Voi il mio stress da viaggio pre e post lavoro stà diminuendo, poichè impiego molto meno nel dirigermi verso i miei obiettivi.
Grazie a Voi ho preso la decisione importante di installare sulla mia macchinina il Telepass, così posso fare la figa (percorrere le corsie preferenziali gialle) e non fare code.
Grazie a Voi posso far fare alla mia macchina i 130 km\h ogni giorno e gratificarla.
Grazie ancora.
Lassù qualcuno mi ascolta.

Una risposta

martedì 8 aprile 2008

"in perenne apatica attesa sui divani macchiati di sperma"



Un giretto qui lo farei... Se non altro per poter dire (vantarvi) di aver visto le opere del più "schizzato" artista post-contemporaneo di tutti i tempi.
Conoscevo pochissimo Andy, come personaggio e come artista.
Non che dopo aver visto la sua mostra a Parma 2 settimane fa ne sappia molto di più.
Però devo ammettere che approfondendo la conoscenza di Andy Warhol, costui mi ha colpito per 2 motivi: il primo è che aveva la mania di guardarsi allo specchio perchè spaventanto dal non vedere nulla (leggere come "essere morti nonostante in vita", spesso capita); il secondo è perchè attendeva sempre che qualcosa accadesse (non se lo andava a cercare) e gli accadeva.
La mostra è bella, abbastanza completa.
Ma non è questo ciò che mi ha colpito.
Mi hanno colpito i due quadri che allego a questo post.
Non sono mai stata così male davanti a dei "semplici" strumenti di morte.