Came in from a rainy Thursday
On the avenue
Thought I heard you talking softly
I turned on the lights, the TV
And the radio
Still I can't escape the ghost of you
What has happened to it all?
Crazy, some are saying
Where is the life that I recognize?
Gone away
But I won't cry for yesterday
There's an ordinary world
Somehow I have to find
And as I try to make my way
To the ordinary world
I will learn to survive
Passion or coincidence
Once prompted you to say
"Pride will tear us both apart"
Well now pride's gone out the window
Cross the rooftops
Run away
Left me in the vacuum of my heart
What is happening to me?
Crazy, some'd say
Where is my friend when I need you most?
Gone away
But I won't cry for yesterday
There's an ordinary world
Somehow I have to find
And as I try to make my way
To the ordinary world
I will learn to survive
Papers in the roadside
Tell of suffering and greed
Here today, forgot tomorrow
Ooh, here besides the news
Of holy war and holy need
Ours is just a little sorrowed talk
And I don't cry for yesterday
There's an ordinary world
Somehow I have to find
And as I try to make my way
To the ordinary world
I will learn to survive
Every one
Is my world, I will learn to survive
Any one
Is my world, I will learn to survive
Any one
Is my world
Every one
Is my world
Nel 1993 avevo 11 anni. E' l'anno in cui uscì il singolo (sopra) dei Duran Duran in Europa.
Ho sempre avuto una certa predilezione per la musica anni '80, anni '90, poichè me ne sparavo parecchia. Mia madre ascoltava sempre la radio quando cucinava o riassettava la casa ed io, piccolina, ballavo e giocavo a fare la ballerina.
Ancora oggi ho una certa cultura discografica di quegli anni. Duran Duran, Tears for Fears, Tina Turner, Queen, Depeche Mode, Metallica non hanno segreti per me.
Io ho una canzona per ogni evenienza.
Come il sacchetto delle medicine che ho sempre nella borsa. Avendo qualsiasi tipo di disturbo fisico e mentale ho costruito il mio kit portabile di primo soccorso. Chiunque mi conosca sa che ho sempre fazzoletti di carta, cerotti, Efferalgan, Sinflex, Ketodol, Momendol, Tachipirina, fermenti lattici, Dissenten. E la classica bottiglietta d'acqua. Sì, la classica "figa" previdente e organizzata.
"Ordinary world" fa parte della mia Top Ten List. La sua posologia è: ascolto illimitato fino a sfinimento, nelle crisi di identità.
Soffro di crisi di identità. O meglio, mi chiedo spesso se sto facendo quello che VORREI fare e IN CHE MODO lo stia facendo. Mi pongo queste (e molte altre) domande, soprattutto, mentre vado a correre al mattino presto. Il fatto che sia ansimante in mezzo ai campi e sola aiuta a "stracciarmi le vesta" e complicarmi la vita.
"Ordinary world" arriva quando sono alla frutta, cioè quando ho avuto (e mi son data) le risposte che cercavo. Manca il coraggio, la voglia, forse la capacità per fare i cambiamenti oppure proseguire. La canzone funziona in questo: indurre motivazione. Stimolarmi. A tal punto che prima di ogni evento che richieda una certa dose "di coglioni" l'ascolto sempre. Di nascosto all'i-Pod oppure no.
"M'inceva un cass".
Settimane fa ho voluto, cercato, un duro ma necessario confronto personale. Conseguenza di un qualcosa che doveva evolvere. Non nascondo di averla ascoltata in auto 20 volte prima di scendere e riuscire a parlare "degnamente e dignitosamente".
Funziona, sempre.
E so anche il perchè. La prima volta che l'ascoltai fu nel periodo della prima media. Ero un "qualcosa che non si poteva vedere". "Un cesso". Sbeffeggiata spesso per il fatto che avevo una pancia importante e già un seno non da meno, morivo dentro tutte le volte che vedevo qualche gruppetto guardarmi e ridere. Soprattutto maschi. Nei pomeriggi studiavo molto e la sera ascoltavo spesso la radio. Ed, in continuazione, veniva trasmessa questa canzone. Mi faceva venire la pelle d'oca.
Già all'epoca avevo molto gusto.
Decisi di registrarla su una cassetta audio e di portarla con me a scuola. La ascoltavo grazie al mio primo walk-man Sony. Mi allietava.
Divenne simbolo di forza e "cambiamento" in seconda superiore.
Magra come uno stecco ed in fase di aggraziamento da signorina, alla Fiera di San Matteo, patrono di Praticello di Gattatico, gli stessi gruppetti di maschi che deridevano una ciccionetta tutta "panza e libri", ora la (mi) guardavano come la Madonna. Ed io ascoltavo "Ordinary World", ancora, nel mio walk-man mentre passeggiavo per il paese.
Ora ascolta la stessa canzone sull'i-Pod, e mi guardano ancora come la Madonna.
Ma non sanno, però, che di santo ho ben poco.
Ho sempre avuto una certa predilezione per la musica anni '80, anni '90, poichè me ne sparavo parecchia. Mia madre ascoltava sempre la radio quando cucinava o riassettava la casa ed io, piccolina, ballavo e giocavo a fare la ballerina.
Ancora oggi ho una certa cultura discografica di quegli anni. Duran Duran, Tears for Fears, Tina Turner, Queen, Depeche Mode, Metallica non hanno segreti per me.
Io ho una canzona per ogni evenienza.
Come il sacchetto delle medicine che ho sempre nella borsa. Avendo qualsiasi tipo di disturbo fisico e mentale ho costruito il mio kit portabile di primo soccorso. Chiunque mi conosca sa che ho sempre fazzoletti di carta, cerotti, Efferalgan, Sinflex, Ketodol, Momendol, Tachipirina, fermenti lattici, Dissenten. E la classica bottiglietta d'acqua. Sì, la classica "figa" previdente e organizzata.
"Ordinary world" fa parte della mia Top Ten List. La sua posologia è: ascolto illimitato fino a sfinimento, nelle crisi di identità.
Soffro di crisi di identità. O meglio, mi chiedo spesso se sto facendo quello che VORREI fare e IN CHE MODO lo stia facendo. Mi pongo queste (e molte altre) domande, soprattutto, mentre vado a correre al mattino presto. Il fatto che sia ansimante in mezzo ai campi e sola aiuta a "stracciarmi le vesta" e complicarmi la vita.
"Ordinary world" arriva quando sono alla frutta, cioè quando ho avuto (e mi son data) le risposte che cercavo. Manca il coraggio, la voglia, forse la capacità per fare i cambiamenti oppure proseguire. La canzone funziona in questo: indurre motivazione. Stimolarmi. A tal punto che prima di ogni evento che richieda una certa dose "di coglioni" l'ascolto sempre. Di nascosto all'i-Pod oppure no.
"M'inceva un cass".
Settimane fa ho voluto, cercato, un duro ma necessario confronto personale. Conseguenza di un qualcosa che doveva evolvere. Non nascondo di averla ascoltata in auto 20 volte prima di scendere e riuscire a parlare "degnamente e dignitosamente".
Funziona, sempre.
E so anche il perchè. La prima volta che l'ascoltai fu nel periodo della prima media. Ero un "qualcosa che non si poteva vedere". "Un cesso". Sbeffeggiata spesso per il fatto che avevo una pancia importante e già un seno non da meno, morivo dentro tutte le volte che vedevo qualche gruppetto guardarmi e ridere. Soprattutto maschi. Nei pomeriggi studiavo molto e la sera ascoltavo spesso la radio. Ed, in continuazione, veniva trasmessa questa canzone. Mi faceva venire la pelle d'oca.
Già all'epoca avevo molto gusto.
Decisi di registrarla su una cassetta audio e di portarla con me a scuola. La ascoltavo grazie al mio primo walk-man Sony. Mi allietava.
Divenne simbolo di forza e "cambiamento" in seconda superiore.
Magra come uno stecco ed in fase di aggraziamento da signorina, alla Fiera di San Matteo, patrono di Praticello di Gattatico, gli stessi gruppetti di maschi che deridevano una ciccionetta tutta "panza e libri", ora la (mi) guardavano come la Madonna. Ed io ascoltavo "Ordinary World", ancora, nel mio walk-man mentre passeggiavo per il paese.
Ora ascolta la stessa canzone sull'i-Pod, e mi guardano ancora come la Madonna.
Ma non sanno, però, che di santo ho ben poco.
Nessun commento:
Posta un commento