lunedì 3 dicembre 2007

La malattia

La mente mente. Il corpo no.

Non ci riesce, per sua natura… è l’entità fisica materiale più sincera che conosca. Altrimenti non si spiegherebbero le SOMATIZZAZIONI: tutto ciò che la mente cerca di celare e\o di confondere viene reso manifesto dal corpo.

Erano giorni, settimane che dicevo a me stessa “Alessandra, sei molto stanca…”. Ma erano altrettanti giorni, settimane che non riuscivo a trovare un attimo di pace per il mio corpo….e probabilmente nemmeno per la mia mente. La mia coscienza, bene o male, riesce a rimanere in pace con se stessa sempre più spesso e sempre più a lungo.

Ed il corpo mi ha costretto a dargli quello che voleva: il suo riposo.

Ed eccomi qui, a letto da 2 giorni, con un po’ di febbre, tonsillite, raffreddore….mal di ossa. Tutto ciò che serve per costringermi a letto, per pensare e scrivere.

Non ho ancora scritto il pezzo più importante di questo mio discorso: SONO CONTENTA DI ESSEREMI AMMALATA.

Ma non perché ora lavori tanto in termini di ore e di energie (mi piace farlo, non mi pesa), ma perché era giunto il momento che mi prendessi una pausa per pensare a me ed alle mie cose: ecco, questo mi pesa….l’avere giornate solo di 24 ore ed essere una mezza sega che ne deve dormire almeno 7/8 per poter rendere bene il giorno dopo.

L’aver trascorso la mattinata di ieri vedendomi 2 film di seguito di Nanni detto Moretti….l’aver letto e sfogliato finalmente Vogue ed Elle per tutto il pomeriggio…. sempre a letto. È possibile godere così tanto per così poco? Si, soprattutto quando questo poco diventa tantissimo.

Non ho più il telefono di casa, si….si…. non ho più la linea telefonica presso la mia dimora. All’inizio ne rimasi sconcertata per la scelta quasi impostami…ora, penso, sia magnifica come scelta. Spegnere anche il cellulare significa divenire irraggiungibile. Mi rende molto libera. E per me, ho capito, è fondamentale sapermi e sentirmi libera.

C’è chi mi chiama “cugnisssion” (tono e pronuncia del dialetto reggiano) per il mio essere senza “cognizione”: dire cose, fare, vedere gente, muoversi….sempre secondo il mio modo di fare senza cognizione, che comporta l’essere molto spontanea. Troppo, quando dico le cose in faccia.

Io voglio capire, porca troia, perché essere puri sia il problema.

Voglio capire perché NON CI SI RENDA CONTO DEL VERO PROBLEMA: CHE NON C’è PIU’ NULLA DI VERAMENTE PURO, QUASI NESSUNO…e di conseguenza nulla che venga fatto con purezza. I bambini, ora, sono sempre più adulti: cominciano prestissimo ad essere falsi e costretti in ruoli “di cognizione”. Non si rimarrà più eterni bambini, perché perfino quest’ultimi sono fetenti.

E la cosa mi demoralizza, ma non mi spinge ad essere più normale, ad avere più cognizione.

Continuerò a dire “cazzo” e “vaffanculo”.

E continuerò a fare quello che mi va di fare.

Ma, cazzo, ci rendiamo conto che non prendiamo mai scelte e facciamo il 70% delle cose per inerzia del destino, seguendo ciò che il caso ci ha portato dinnanzi? Il destino come entità esiste a metà, l’altra metà siamo noi.

Sveglia.

Un tempo mi facevate incazzare.

Ora voglio “ritagliare” solo ciò che mi piace e mi fa ridere. Me ne fregherò di voi, almeno che non mi chiediate voi di interessarmene.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema dell'essere puri e sinceri sorge proprio perchè quasi tutti gli altri non lo sono.
E queste persone sconcertate dal fatto che qualcuno riesce ad essere puro devono fare sentire questo qualcuno come "in torto" per giustificare il loro essere sottomessi.

Allefer ha detto...

Sono in parte d'accordo... ma vedi...di cose semplici nella vita ce n'è poche. Come il rapporto con gli altri. Siamo troppi, quasi 6 miliardi...e tutti diversi. E' un pò un problema generalizzare...forse lo faccio e lo facciamo troppo spesso.