Ora la casa è, a tutti gli effetti, il luogo dove i “cittadini” mettono le loro cose, si riposano, si lavano, mangiano ma non sempre, dormono, fanno sesso, stanno per i fatti loro.
La casa era sinonimo di “unione”: in casa si è in compagnia della proprie persone care.
La casa, ora, è sinonimo di “mi metto per i cazzi miei”. Se sono pseudo-innamorato mi porto un’altra persona. Se mi sento ancora un po’ solo, si pro-crea…se ci si sente ancora soli…si pro-crea again and again.
Rimangono contemporanei gli sforzi che si fanno per AVERCELA UNA CASA. E quei meccanismi che insorgono “malati”: pur di andarsene da una in cui si vive male, ci si infila in un’altra casa in cui si “spera” e si “crede” di vivere un tantino meglio.
Mai che qualcuno CI SI SFORZI PER FARE DELLA PROPRIA CASA UNA TANA.
Gli animali sono geniali: la loro casa è una tana, è un nido. Un luogo in cui sentirsi al riparo, in cui stare bene perché rasserenati dall’assenza di pericoli, in cui comunicare e trasmettere sentimenti, in genere affetto.
Le case degli umani sono i luoghi più guerraioli del pianeta, i luoghi in cui si uniscono le più “basse” intenzioni ed intenti.
Mi sento un po’ schifata.
Devo cambiare casa.
2 commenti:
Innanzitutto cambio nickname perchè ho chiuso il mio blog Allemon.
Cmq concordo.
Non è un caso che gia da piccolo verso i 5 o 6 anni ricordo che preferivo stare dalle nonne, dove c'era ancora una atmosfera da "vera casa" e spesso giocavo a costruirmi la tana sotto al tavolo proprio in stile mondo animale.
Sono però tutt'oggi fermamente intenzionato a fare della mia futura casa una tana.
Molto bene, una tana anche arredata bene...immagino, conoscendoti e sapendo che ami le belle cose (infatti sei platonicamente innamorato di me dai tempi del liceo... come darti torto...).
I'm joking :-P
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