venerdì 29 giugno 2007

La mietitrebbia

Vi ho parlato della mia passione per le cose contadine, per l'agricoltura e per la natura-campagna.
Vi ho narrato di quando ero piccola e adoravo giocare con i trattorini di Gnele (mio cugino maschio maggiore) e con le macchinine di Carlo (mio cugino maschio minore).

Tra i trattorini di Gnele c'era una mietitrebbia.
Ed era un modellino della John Deere. Gnele mi diceva che la Deere era la migliore casa produttrice di attrezzi e macchinari agricoli.
Oggi Gnele fa l'agricoltore ed ha un sacco di trattori-attrezzi Deere. Ha buon gusto per la qualità ma si è fatto anche un fracco di soldi. A sua cugina niente però.
Va beh... pazienza...

Da quel semplice modellino...nacque il mio fascino per le mietitrebbie. Ora tutte le volte che vedo una mietitrebbia mi eccito e mi lascio ammaliare da una così mastodontica invenzione tecnologica.
Sì, perchè la mietitrebbiatrice è una creazione geniale.
E' enorme, perchè deve contenere il grano. Una volta piena si avvicinerà al camion e con un tubo svuota-chicchi scaricherà tutto ciò che ha mietuto.
Gnele mi diceva che non si può mietere alla cazzo. Non è necessario che il grano sia maturo. E' necessario soprattutto che il campo da mietere non sia umido e che non cia sia vento durante la mietitura, altrimenti la "presa" delle spighe non sarebbe regolare ed efficiente.
Poi...la cosa che più mi affascina...c'è posto soltanto per una persona sulla mietitrebbiatrice. In due non si può andare. Non c'è proprio spazio ed è irregolare, cioè per la sicurezza "legale" del veicolo solo una persona può essere alla guida-uso della miety.
Che cosa straordinaria....

giovedì 28 giugno 2007

Questo mese è devvy: devastazione millenaria 2

Essere donna è tanto bello: puoi toccarti le tette quando vuoi (e anche altro....), puoi portare i tacchi alti a stiletto, puoi permetterti di far arrapare dove e come..., hai a disposizione un sacco di profumerie e di altrettanti prodotti di bellezza, dovresti non pagare mai fuori a cena o nelle consumazioni di "circostanza", gli abiti e le diverse situazioni in cui indossarli sono di numero e di qualità tendente ad infinito....etc...

Mi piace il mio nome, Alessandra, e mi piace il fatto di avere la vagina.

La vagina però mi procurà tanto. Nel bene e bel male.

Del bene che mi procura vi farò un corso di educazione sessuale presto, appena il tempo e la voglia.
Del male ve ne parlo brevemente ora. Le mestruazioni mensili sono una devastazione. Ci sono mesi in cui non mi accorgo nemmeno di doverle subire. Arrivano dolci e dolci se ne vanno. Ci sono mesi in cui mi sembra di dover partorire da un momento all'altro. Questo mese è così. La cosa positiva è la lievitazione del seno. Da una seconda abbondante ad una terza. Belle pacioccose. Punto. Dei mal di testa che mi vengono, del nervosismo incessante in cui mi viene voglia di picchiarvi tutti.... delle contrazioni all'utero nessuno ne parla.... ed io ne voglio parlare.... Questi sono i casi in cui vorrei il pistolino.


mercoledì 27 giugno 2007

Fuoco e fiamme e quant'altro...

Ieri durante l'ora di pranzo è andato a fuoco il bar della Facoltà di Economia di Parma. Si pensa per un corto circuito. Black out nella giornata di ieri e di oggi. Qualsiasi impianto elettrico nella sede di via Kennedy non funziona. E' stato bello però vedere i vigili del fuoco all'opera. Mi ha fatto sentire a New York....ne vedevo sempre così tanti durante la mia permanenza nella grande mela!!!

Sto seriamente valutando di partire per Tokyo nel mese di agosto. Non per comprare creme di bellezza (non solo quelle) ma perchè è troppo tempo che rimando un sogno.

Stanno "mietitrebbiando" tutto il grano dei miei campi limitrofi. Io adoro il giallo, in tutte le sue sfumature. Ero eccitata positivamente nel svegliarmi al mattino e poter vedere "giallo". Tornare a vedere "verde" mi smonta...

Penso mi sparerò una giornata di mare la prossima settimana, mercoledì 4 sarebbe perfetto.

Oggi mi sento in vena di pensieri sparsi....



lunedì 25 giugno 2007

Finalmente, SEI TU, si.... ti ho trovato...

E' lui, dopo anni di ricerca...è lui che fa per me: la prima crema contorno-occhi che fa veramente il suo dovere.
Ogni mattina mi alzo "scorfano", come la natura mi ha creato. Occhi gonfi e occhiaie fanno per me, sempre.
E mi sono rotta il cazzo.
Dopo cubetti di ghiaccio, maschere alla camomilla e cetriolo, cremine da dilettanti da 30,00€, ho deciso: 87,00€ di investimento. Non me ne vanto, anzi, me ne vergogno.... ma questa funzionaaaaaaa, siiiiiiii, questa mi sgonfia gli occhi dopo 3 minuti che la applico e mi assorbe le occhiaie blu di almeno il 60%. E divento figa....già dal mattino.
SOLO PER INTEDITORI PERO' E SPUTTANATORI DI SOLDI: SENSAI SILK, MOISTURE SUPPLY EYE CREAM, KANEBO (ovviamente made in Japan).

Eh si, mi sono innamorata per l'ennesima volta...

...e questa volta di un telefono...

Ogni "tot" me ne viene in mente una, di esigenza da innovazione-cambiamento tecnologico. Sono giorni che sono bersagliata dalla smania-pensiero di poter vedere dal vivo il primo touch-phone in commercio (in Italia uscirà in autunno, negli U.S.A. il 29 giugno). I-phone, Apple. Ho detto tutto.

No, posso aggiungere ancora qualcosa....credo sia il telefono più bello "fisicamente" che abbia mai visto.
Poi mi chiedo anche.....si avvarrà della trasmissione SIM come i "tradizionali" gsm o avrà l'obbligo di un abbonamento con nuovo numero associato, tipo BlackBerry?!?

Se qualcuno ne sa a pacchi... batta un colpo.... :-)
Grazie alla qualità e al numero delle informazioni raccolte...potrebbe cambiare il mio futuro-destino...

P. S. Sto abbozzando testadipigna.blogspot.com, ancora in fase di gestazione. Il parto...mah....quando si romperanno le acque faremo il "botto" della divulgazione.... per una consapevolezza piena delle nuove coscienze...
Sappiate: io non farò e non sarò il "santone-guru" della situazione e per nessuno, non riesco ad esserlo nemmeno per me.... però sarò, tenterò anzi, di essere il vostro "giullare di corte".... "che è meglio!!!" [cit. Quattrocchi, i Puffi]

domenica 24 giugno 2007

Ho fatto del mio meglio....

Come tradizione impone....ieri sera mi sono esibita...ho dato la massima pazienza e voglia che avevo nel mettermi lì a fare tortelli alle 7 di sera....dopo una giornata sotto il sole... una pacchia :-(

Ingredienti per 6 persone:
Per il ripieno:
Per la sfoglia:
  • 300gr. di farina
  • 3 uova intere
Per condire: Preparazione
  1. Lessate le foglie delle bietole, strizzatele e tritatele fini.
  2. Lavorate la ricotta con le bietole, l'uovo, 100 gr.di Parmigiano-Reggiano grattugiato grattugiato, sale e un pizzico di noce moscata grattugiata.
  3. Preparate la sfoglia impastando la farina con le uova.
  4. Tirate la sfoglia il più sottile possibile, a strisce larghe circa 10cm.
  5. Ponete il ripieno a mucchietti, grossi come una noce, in fila sulla striscia di sfoglia a una distanza di 4-5 cm l'uno dall'altro; ripiegate la striscia per il lungo in modo da ricoprire il ripieno; schiacciate con le dita intorno al mucchietto di ripieno. Formate dei tortelli rettangolari tagliandoli con l'apposita rotellina.
  6. Cuocete i tortelli in acqua salata, scolateli bene e conditeli, a strati con burro fuso e Parmigiano-Reggiano grattugiato grattugiato.

sabato 23 giugno 2007

Festa di San Giovanni e piscina per me!!!

E ce l'abbiamo fattaaaaa!!! Finalmente una bella giornata di sole, bello potente, abbronzante, arrostente, con venticello a sprazzi fresco e inebriante. Si, è stata una bella ed intensa giornata di piscina. La mia pelle mi sta tuttora ringraziando per la sua doratura...ma è soltanto l'inizio.
Oggi è il 23 giugno, San Giovanni---->leggi, si mangiano i tortelli di erbetta stasera!!!
Sapete perché?

No?!?

"E’ quella di San Giovanni una festa antichissima, legata al solstizio d’estate e corrispondente a quello d’inverno che si ricorda a Natale o per San Antonio Abate.
Nel medioevo si accendevano falò per scacciare streghe e influenze negative ma, in tempi più recenti, e soprattutto a Parma, si preferì accantonare queste vivaci suggestioni per esaltare di più l’aspetto gastronomico.
Infatti, questa ricorrenza può definirsi piacevolmente, una festa parmigiana all’insegna dei “Tordèj d’arbètti” (tortelli d’erbetta) e “ad la rosàda ‘ad San Zvàn” (la rugiada di San Giovanni).

I tortelli d’erbetta sono stati creati da una “rezdora” al quanto geniale che, utilizzando i prodotti casalinghi come la ricotta, il burro, il formaggio e le erbette del suo orto, con l’immancabile farina bianca ha dato vita ad una tradizione meravigliosa ed… intramontabile.
La ricorrenza di mangiare questo piatto richiede uno specifico cerimoniale, caratterizzato dall’allegria e dalla spensieratezza, da celebrarsi per lo più a gruppi familiari o tra amici, immancabilmente sotto le stelle, stagione permettendo, in aperta campagna, su di un prato o su di una terrazza, a diretto contatto con la natura per assicurarsi la famosa rugiada.

Tortelli e rugiada costituiscono un antico inscindibile binomio. Per questo vuole la tradizione che si faccia tardi, e si oltrepassi la mezzanotte per ricevere quella misteriosa benefica rugiada, considerata un balsamo prodigioso per allontanare i malanni del corpo, un portafortuna, che può divenire anche un ottimo filtro d’amore."

venerdì 22 giugno 2007

Io volevo andare in piscy (detta piscina)

Avevo brillanti prospettive per la giornata di oggi. Volevo andare in piscina, prendere il sole e rendere sempre più soddisfacente il mio colore ed il mio aspetto fisico.
Ho deciso che rimarrò all'asciutto, decisione forzata...non c'è la materia prima che avrebbe fatto carburare la giornata: il sole. Io sono del segno del leone e anche se donna-tigre ("è l'uomo tigre che combatte contro il male...na na na") l'estate e la palla di fuoco sono il mio regno.
Quindi, oggi cosa si fa?!?
Si crea.
Iniziamo da qui.
Coltiviamo le nostre menti. Vi segnalo due fonti di goduria per gli occhi e per la mente. La prima è per gli appassionati di glamour. Vengono postate spesso mise interessanti e curiose da tutte le parti del mondo e nelle più curiose e diverse circostanze.
La seconda è per gli appassionati della tranquillità e delle culture del mondo. Ci sono foto che non mi stancherei mai di guardare....come questa di questi raspuzzoli da bimbo e manina prensile...

Vi segnalo importanti cambiamenti futuri. Parte di questo post è reperibile on line in qualche dove, ma per ora non posso svelarvi nulla di più. E' un progetto mediatico di più vasta portata, in cui non creerò più da sola, infondo ho vissuto e creato sola per fin troppo tempo!
Come "facete" voi a sapere quando esploderà la bomba?!? Vi avverto, per correre al riparo....fidatevi....

giovedì 21 giugno 2007

"Ho interessanti prospettive per il futuro"

Vi ricordate il film con Renato Pozzetto, 1984 (avevo 2 anni ma già i super-poteri), "il ragazzo di campagna"? Artemio (Pozzetto) è un ragazzo proveniente da un piccolo paese, dove non succede mai niente e il passaggio del treno è l'unico spettacolo visibile che possa un minimo emozionare. Decide di andare a Milano, grande città, per stravolgere la sua vita e "cominciare a vivere". Film divertente che io riguardo sempre con ilare perplessità in quanto la piccola campagnola che è in me si riconosce sempre un minimo, nel vedere il disagio di chi parlava con le mucche ed i cani alle prese con una fermata della metropolitana. Sono anni che mi sento campagnola di città, per ciò che ho vissuto nei miei viaggi, per ciò che vivo quando vado nelle grandi città italiane....quelle veramente grandi...non Parma e Reggio Emilia! Questo ha fatto sì che nella visione del film di ieri sera, l'ennesima, io mi sentissi più ragazza di città e meno di campagna, potendo vedere il film rilassata, non sentendomi chiamata in causa.
Mi sono sentita però chiamata in causa spesso in un altro senso, questa volta, durante il film. Mentre Artemio è in città tutti gli chiedono: "Cosa fai nella vita?" e lui risponde: "Nulla. Ma ho interessanti prospettive per il futuro".
Ecco, io ho interessanti prospettive per il futuro.

mercoledì 20 giugno 2007

I fuffa people: tutto fumo e arrosto bruciato

Il fuffaman è fra noi. Ma non si vede. Chi è?!? Come riconoscerlo?!? E' generalmente un uomo (più raramente donna) che ha il dono malsano di far percepire ciò che fa-dice-è all'ennesima potenza, quando in realtà non è, non fa, non dice un cazzo.
Il nuovo trend è la fuffawoman: sempre qualcosa in più di te, abiti più firmati dei tuoi, accessori alla moda, unghie all'ultimo grido di mani e piedi, frangetta, ballerine, occhiali mascherina enormi colorati, borsa o troppo grande o troppo piccola. Parla generalmente di sè, solo che ciò che dice non è convincente nemmeno per lei stessa. Spesso tutto ciò che dice è "montato", leggermente "imbottito" come il reggiseno che porta al silicone bombante.
E' un brutto fenomeno questo, dilagante, su cui io voglio gettare taniche di diserbante. La società non ha bisogno di esseri inutili. Sarebbe stato meglio un coito interrotto nelle loro famiglie.
Quel qualcosa in più di te è spocchia di una ragazzina (anche a 40 anni) imprigionata nei luoghi comuni e nella forzatura di una femminilità che non le è per niente naturale. Mi fai pena.
Gli abiti firmati, accessori alla moda: bisogna saperli portare, racchie.
Unghie: troppo lunghe e con la french bianca sono out. Poverine...siete rimaste a 2 numeri di Vogue fa.
Frangetta: terrà botta fino all'autunno, poi tornerà il ciuffo liscio. Preparatevi mentalmente in tempo.
Ballerine: a punta tonda sono out dall'anno scorso. Tutto ciò che vedete a punta tonda e tacco basso ora nei negozi è "imposizione" commerciale di catene in franchising che vi conoscono bene "pollastre" (Bata, Cinti etc...). La tendenza è nelle boutique haute couture e non in quelle prét à porter da quattro soldi.
Gli occhiali: passi la mascherina, trendy ma i colori....attenzione!!! Il viola è segno di degenero sociale. Avete la necessità di farvi notare. Sarebbe consigliabile un cappello di marchio: "vi prego, cagatemi almeno con uno sguardo".
La borsa parla di una donna. Dimmi che borsa hai e ti dirò chi sei. Le borse contraffatte vi classificano per quello che siete. Delle imitazioni. E qui ho già detto tutto, soprattutto poi se siete recidive nell'errore e le ostentate con fierezza. Che pena...
Vorrei ricordarvi, che quel cosino appeso ai vostri cellularini da "sbarbine" quindicenni che pasturano con gli esseemmesse è deprimenti agli occhi.
Mi rattrista... ma sempre più uomini fanno esattamente le stesse cose erronee delle fighe fuffe. I finti dandy mi fanno ridere, poi piangere.
Chi è veramente sostanza rimane il gay.
Ma questa è tutta un'altra storia.


http://mister-jingles.blogspot.com/

E' nato da poche ore....e già mi fa un'invidia!!! Proprio a me che non conosco l'invidia e la gelosia come sentimenti-emozioni. Grafica strabiliante, colori ed immagini....mah.....qualcosa di spettacolare. Sono proprio curiosa, però, di seguire il contenuto....
Ovviamente, immagino sarà un Topo a scrivere ....

martedì 19 giugno 2007

Testa di pigna - Faccia di pigna

Imperversa una nuova moda, molto interessante, nel gergo colloquiale. La cosa che più mi ha affascinato (e mi affascina tuttora) è la provenienza, la fonte di questa moda: i bambini. Per non scadere nella volgarità, per il brivido di essere tra parolaccia e burla, è lecito fra i più piccoli battibeccare con "faccia di pigna", "testa di pigna", "pigna" nei casi più gravi, quando succede qualcosa di non proprio voluto mentre sono da soli. E' la classica imprecazione.
Anche io userò "faccia\testa di pigna". Anzi, l'ho già fatto.

Mi piace...molto....meglio dei nostri vecchi "faccia da culo" ed attuali "testa di cazzo".
Mi sento anche più fine e bon ton.

lunedì 18 giugno 2007

Cani spappolati e "cuciarein"

I) Ci sono molte forme di "spappy", spappolamenti. Oggi mi sento pronta e preparata per parlare del malessere delle mezze stagioni, che non esistono più. Shary mi ha detto più volte che questo clima la devasta, le modifica il cambio ormonale del pelo, non ha voglia di fare granchè, il tempo di uscire di casa non "guinzagliata", una pisciatina, spinge un pò per provare a fare la cacca...rientra immediatamente in casa. Non è da lei, pochi mesi fa sarebbe scappata a gambe levate, avrebbe fatto una capatina al Fuori Orario e sarebbe tornata per il coprifuoco, cioè un'ora e mezzo dopo la sua uscita. Sì, i miei cani hanno il coprifuoco. Ho cercato di instaurare fin da subito un rapporto di libertà e fiducia, come dovrebbero essere i rapporti fra noi animali. Loro posso uscire liberi da soli due volte a settimana, al mattino presto o sera tardi, però in cambio devono rispettare le mie aspettative: tornare entro 90 minuti dalla loro dipartita. E lo fanno ed io li amo anche per questo. Ultimamente esce solo LupoBilly, credo si sia fatto "la morosa" ed ho anche un sentore di chi possa essere. Lei non mi piace, cagnaccia nera, obesa, priva di personalità. Parlerò a Billy, ma tutte le volte che vado in argomento fa finta di dormire. Non può continuare così.
II) Ci sono molte forme di orgasmi. Ed ieri sera ..... questo gelato casareccio di un noto ristorante in provincia reggiana ..... al "cuciarein" .... mi ha fatto godere. Notare l'estetica del cibo: decorato con petali di rosa e sciroppo ai frutti di bosco. Sono andata giù di testa....


domenica 17 giugno 2007

Gita al lago di Como et alterum

A) Si, va bene, secondo me si può fare. Gita al lago di Como, sabato 30 giugno. In giornata mi sembra molto, ma molto impegnativa....riflettiamoci. Must to do: pranzo qui, altrimenti non vengo, ma sì...vengo, no, non vengo (cit. Moretti Nanni). Sarebbe un'occasione unica per provare, finalmente, una mia grande curiosità: la cucina molecolare.
B) Ieri sera ho conosciuto Ed, Edd 'n Eddy. Sono andata giù di testa, soprattutto perchè devo avere, anch'io, le "spaccamascelle". Ma come ho fatto fin'ora a non divertirmi tanto!!! Presa dall'eccitazione ammetto di aver subito acquistato su e-bay un ottimo dvd con le ultime serie.

sabato 16 giugno 2007

Il dilemma dell'essere onnivori

Ho letto questo libro. Non è ancora stato pubblicato in Italia, me lo sono "sparata" in inglese. Ma merita. Noi non sappiamo niente....in confronto a ciò che accade.
"Che l’America sia oggi il “granaio dell’umanità”, e lo sia stata per molti anni, è cosa abbastanza nota. Questa capacità degli Stati Uniti di esportare grano e – soprattutto – mais in tutto il mondo viene spesso vista come un’ulteriore riprova della superiorità del sistema economico americano. E’ vero, si dice, che gli americani consumano una quantità sproporzionata di risorse mondiali rispetto alla loro popolazione, ma è anche vero che con queste risorse producono più di tutti gli altri paesi del mondo e danno anche da mangiare a tutti.
La fantastica resa delle coltivazioni di mais è stata ottenuta a un prezzo; e questo prezzo è stato pagato con una cambiale in combustibili fossili. Adesso, l’assegno sta ritornando per l’incasso e potremmo scoprire che il conto è scoperto.
Lo strato di humus fertile era all’inizio del ventesimo secolo circa quattro piedi (circa 120 cm), ma adesso si è ridotto a meno di due piedi (60 cm). In natura, per fare un centimetro di humus fertile ci vogliono circa due secoli. In un secolo, i coltivatori americani hanno distrutto quello che la natura aveva impiegato migliaia di anni a creare. Non solo, mentre l’humus di una volta era una ricca mistura di nutrienti che potevano far crescere qualsiasi pianta, quello che è rimasto è una polvere grigia che non genererebbe niente se non fosse caricata tutti gli anni con quantità crescenti di fertilizzanti artificiali.
Fa impressione leggere come tutto questo è avvenuto in pochi decenni. Fino agli anni ’80, circa, l’agricoltura del Midwest era ancora qualcosa che somigliava a quello che noi pensiamo debba essere l’agricoltura: c’erano fattorie, animali, terreni di diversa natura che venivano coltivati in modo diverso. Tutto è sparito da quando il governo Nixon ha deciso che l’agricoltura non doveva essere considerata niente di diverso dagli altri settori dell’economia. La perversità di questa azione merita di essere descritta in dettaglio.
Esistevano fino agli anni '80 in America meccanismi economici che servivano per evitare la sovraproduzione di mais. Il governo dava un sussidio all'agricoltore in proporzione al mais stoccato nei silos. Con i silos ben pieni, l'agricoltore non aveva incentivi a produrre ulteriore mais e poteva produrre altre cose. Ma dagli anni '80, il governo paga agli agricoltori un minimo garantito per ogni "bushel" di mais messo sul mercato. Quindi, l'incentivo per l'agricoltore è di produrre sempre di più. Inoltre, il minimo viene ridotto tutti gli anni, cosicché gli agricoltori si trovano in una spirale perversa in cui devono produrre sempre di più per guadagnare sempre meno. Questo ha generato la corsa ai fertilizzanti, alle specie ingegnerizzate, ai semi prodotti dall'industria chimica, alla distruzione di tutte le attività che non fossero piantare mais; alla sparizione dalla superficie della terra di ogni forma vivente che non fosse mais, con l’eccezione dell’occasionale agricoltore alla guida del suo trattore.
Per un industria, incentivi a produrre sempre di più possono anche essere una cosa buona, ma ci sono limiti a quello che l'agricoltura può fare. Un'industria può rinnovare il proprio macchinario ogni anno, ma la produzione di una monocultura intensiva a lungo andare distrugge l'humus fertile che non si può rimpiazzare. Inoltre, il mais messo sul mercato comunque e a qualsiasi costo, riduce i prezzi a un livello tale che viene svenduto per usi folli e sciagurati come la "stufa a mais" e l'etanolo per autotrazione.
Oggi, la pianta di mais è un’officina dove si trasformano combustibili fossili in proteine e carboidrati. La produzione è dipendente dalla disponibilità di pesticidi e di specie di mais ingegnerizzate; semi che non possono riprodursi in natura, ma che devono essere continuamente forniti dall’industria chimica che li crea. Se mai c’è stata un’industria insostenibile, l’agricoltura americana ne è l’esempio perfetto. Se dovessero cominciare a mancare i fertilizzanti prodotti dai combustibili fossili, tutto il midwest americano si trasformerebbe in pochi anni in una distesa sterile di polvere grigia che le piogge spazzerebbero via in pochi anni. Da li’, il sistema di “fast food” americano, tutto basato sul mais a basso prezzo, scomparirebbe anche quello. Le conseguenze......, non stiamo a parlarne; meglio non pensarci sopra nemmeno."

Se non vi piace il pesce crudo, che cazzo venite a fare al sushi bar?!?

Io mi devo dare una calmata, ma voi dovete darvi una regolata. Stanotte ho dormito molto bene e tanto: sono, quindi, in forma e riesco a mirare con precisione le cazzate in cui ora mi esibirò.
A) Ieri sera ho rivisto l'ennesima scena pietosa al ristorante giapponese. Una coppia di "tradizionalisti" che mangiavano il sushi con la forchetta (e fin qui....non è la prima volta che lo vedo fare....) ma il bello è che tagliavano il pesce sopra al riso col coltello. La cameriera imbarazzata nel portare via piatti semi-pieni, rovistati senza dignità da posate metalliche insulse. Adesso basta. Non vi piace il pesce crudo proprio come idea di mangiare un essere non cotto, andate al brasiliano, andate al messicano.... andate affanculo.
B) Grazie Emo, io ringrazio sempre chi mi apporta piccoli-grandi aiuti. Ieri sera mi sono troppo divertita e, forse, mi sono calata troppo nella parte della "rilassata". Credo di aver fatto la mia prima bevuta seria. Però, ed io qui mi stimo molto, nell'alzarmi in piedi ho avuto l'accortezza di ammettere che in realtà in piedi non ci stavo. Carpe Noctem è un ottimo cocktail, con tutto quel lime, fragola...mmmm....credo di aver dormito così bene proprio per quello.
C) Stamattina "qualcuno" mi ha rovesciato il succo 100% ananas addosso mentre mangiavo il mio solito Futatsu Tosto alla Lifferia. Non mi sono innervosita, anzi.... non so cosa mi stia succedendo, mi sono messa a ridere. E' ora del ricovero?!?

venerdì 15 giugno 2007

Devvy: in poche parole devastazione millenaria

Oggi è una giornata devastante. Ne approfitto per comunicazioni di servizio:
- grazie amico Willy Wonka per il lecca-lecca; stamattina ho iniziato la mattinata meravigliosamente svenendo appena alzata. Vista la mia smagliante forma "qualcuno" mi ha regalato un pò di zuccheri. Ti offendi se ammetto di averlo dato a Shary? (odio gli zuccheri semplici)
- il cancherino di Winnie the Pooh in offerta ieri non è più disponibile. L'ha voluto Anubi ed ha preteso che glielo facessi indossare subito. Le è piaciuto. Infatti..... ho sempre sostenuto che Shary avesse dei gusti da cani;
- oggi mi viene da piangere...troppo stress...troppo da fare...ma tengo duro...lo voglio fare stasera in pubblico....almeno da ricevere un pò di affetto e comprensione.
-Centovetrine: Anna è riuscita a scappare, difendendosi con un paio di forbici. Beh, anche se non esplicitamente credo abbia fanculizzato Ivan. Ora, sono molto più tranquilla.

giovedì 14 giugno 2007

Mikk: non posso fare a meno.... del tuo parere

Posto una parte che ho composto oggi sotto l'effetto di fumo di un incenso tibetano, un pò troppo forte forse... sulla quale mi serve un parere "intimo"....


"Trovarsi intorno ad un tavolo e condividere il piacere del cibo è un’esperienza che tutti condividiamo: quante tensioni, quante incomprensioni si possono stemperare davanti ad un piatto appetitoso, meglio ancora se accompagnato da un buon vino (“mangia o bevi che ti passa”). Le occasioni sono molteplici, dalle feste comandate col pranzo di famiglia, all’incontro fissato e “calendarizzato” per una pizza o due spaghetti con gli amici. È un’occasione per incontrarsi, per stare insieme lontani dai problemi del lavoro o magari della famiglia, che si distingue dal pranzo\cena quotidiano, che ha la funzione, fondamentale, di nutrirci per vivere e che si svolge tra le pareti domestiche, ma privo solitamente di valori simbolici, anche se anch’esso ricco di una sua ritualità: quella del ripetersi almeno una\due volte al giorno.

Questa funzione sociale del cibo non è solo una caratteristica della nostra età, in cui il ritmo frenetico, la velocità con la quale tutto accade, rende necessario, quasi vitale, fermarsi a coltivare un modo diverso di stare con gli altri. Tale funzione risale ai tempi antichi, quando il banchetto era essenzialmente banchetto sacrificale. L’offerta agli dei, con l’uccisione dell’animale, comportava tutta una serie di operazioni che si concludevano col destinare agli dei le ossa, che venivano poi bruciate, e con il consumare la carne da parte di chi compiva il sacrificio. L’alimentazione carnea coincide con le pratiche sacrificali che hanno una vocazione alimentare ma anche sociale. A partire dal V secolo a.C. tutta la carne che si mangiava doveva provenire da un’uccisione rituale; sacrificio e macellazione, fino alla fine dell’epoca classica, avevano lo stesso significato, tanto che esisteva la figura del mageiros che era insieme macellaio, cuoco e sacrificatore.

Dall’epoca classica alla civiltà cristiana cambiarono i valori e i modelli di vita, ma rimase la ritualità del banchetto, dall’ultima cena del nuovo testamento al banchetto eucaristico in cui pane e vino diventano corpo e sangue versato per noi, in memoria di un sacrificio, quello di Cristo sulla croce.

Non cambia nemmeno la funzione sociale del cibo, che non è solo occasione comunitaria o politica; sempre più ciò che uno mangia lo qualifica socialmente: “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. In epoca feudale il mangiare carne distingueva socialmente, poiché essa era il cibo delle classi sociali più elevate, ed in particolare della nobiltà, che aveva come passatempo-attività la caccia, severamente proibita ai non addetti, vale a dire ai contadini. La cacciagione era, quindi, il cibo dei ricchi: per tutti gli altri c’erano i prodotti della terra, cereali e verdure: la carne, sempre poca, quella degli animali da cortile, che però venivano allevati per la vendita, appariva solo in qualche rara occasione di festa.

Solo più tardi, dopo la scoperta dell’America, ormai già nel Seicento, la dieta contadina si arricchirà di altri cibi, dalle patate al mais, al pomodoro, che miglioreranno il cibo quotidiano, che avrà sempre però una caratteristica: quella di essere parco.

Il gusto del banchetto apparteneva a chi se lo poteva permettere ed ecco che dal Rinascimento ci arrivano notizie di pranzi incredibili e luculliani in occasione di matrimoni o per accogliere illustri ospiti. Innumerevoli portate, frutto di giorni di lavoro, si succedevano tra lo stupore dei convitati; straordinarie composizioni di cibi vari, tra i quali faceva la parte del leone la carne, soprattutto quella scura, presentata in costruzioni a sorpresa: nel maiale un animale più piccolo ed in questo magari un fagiano o un tordo. Il tutto abbondantemente profumato da spezie di vario genere, che servivano per insaporire ma anche per nascondere odori poco piacevoli dovuti alla difficoltà di conservazione dei cibi.

Anche il secolo dei lumi non disprezza i banchetti, e i grandi filosofi, come Voltaire, erano delle degne forchette. Si racconta che alla corte di Federico II di Prussia i pranzi, dati in onore dell’illustre ospite francese, finissero molto spesso in un’ indigestione collettiva. Eppure il Settecento, nella sua critica al passato e nel suo mettere ordine e semplicità in tutti i campi, nel suo rifiuto dell’eccesso tipico del Barocco, si premurò anche di rivedere le abitudini alimentari, in particolare venne bandita la carne scura che tanto era apprezzata nel periodo precedente, per dare spazio al pesce ma soprattutto alla carne bianca, di sapore più delicato che sembrava più raffinato a questa società di uomini e donne raffinati.

Naturalmente siamo sempre in ambienti della nobiltà, a cui si stava affiancando la ricca borghesia emergente che, nella sua ricerca di potere e visibilità, si allinea ai comportamenti dei nobili. I contadini continuano a mangiare cereali e verdure, quando va bene.

In epoca moderna, o meglio negli ultimi 50 anni, le distinzioni sociali si sono attenuate per lo meno nell’ambito dell’alimentazione, in quanto ci troviamo nel regno dell’abbondanza. Tutti possono mangiare carne, anche due volte al giorno e possibilmente tagli scelti e magri. E la cosa strana è che il cibo contadino, prima disprezzato dalle classi abbienti perché simbolo di povertà, ora diventa l’ideale di alimentazione sana e gustosa.

Soprattutto a partire dagli anni Ottanta si è diffusa la ricerca, da parte dei buongustai, della trattoria casalinga, possibilmente fuori porta, sinonimo di bontà e semplicità, vana ricerca di un mondo e di un prodotto che non esiste più. Anche la nuova cucina (la famosa nouvelle cousine o simili) scopre l’uso di elementi semplici o cereali prima ritenuti poco nobili, quali l’orzo e il farro.

L’ultima scoperta dei nostri giorni è il prodotto biologico, che col suo elevato prezzo cerca di consolarci della perdita di cibi naturali e tenere lontano lo spettro del transgenico[1]. Anche questo è un rito o forse è la nuova barriera sociale: da una parte la naturalità che in quanto tale definisce una nuova élite, una sorta di nuova nobiltà, dall’altra il Mc Donald’s, simbolo di globalizzazione del cibo e non solo, roba poco raffinata, a poco prezzo, che però ha fatto colpo nell’immaginario collettivo dei nostri figli.

Insomma, riti diversi ma sempre riti. Del resto non possiamo dimenticare che anche nella nostra società alcuni cibi hanno un valore simbolico, di cui abbiamo perso la coscienza, ma che testimoniano la funzione dell’alimentazione all’interno di ogni società, che va ben al di là del semplice mangiare per non morire. Questi cibi sono legati ad alcune festività, tutte per altro feste dei morti: dal Natale al capodanno, da carnevale a Pasqua; eredità di un mondo contadino che celebrava la morte come necessario passaggio alla vita. Si tratta di cibi a base di alcuni ingredienti come l’uovo, i semi, simbolo di fertilità.

Parlare di cibo e di alimentazione, al di là del piacere nel ritrovare o scoprire antichi o nuovi usi, è impresa complessa: non si tratta solo del cibarsi, si tratta anche di un modo di stare insieme, di vivere la vita e dare un valore a certe cose piuttosto che ad altre. Tornando nuovamente al “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”, appare chiaro che il cibarsi è un’operazione che ha implicazioni che coinvolgono in profondità il nostro essere e che ci porta, come causa o conseguenza, ad esprimere un giudizio sul mondo. Come non ricordare la tragedia dei disturbi alimentari, anoressia e bulimia, che caratterizzano il nostro tempo e sono l’espressione di un rifiuto che va ben oltre il cibo per diventare rifiuto di modelli di valori condivisi. Come non ricordare, ancora, che in un periodo di “vacche grasse” va di moda il magro, per cui il nuovo modello estetico è un essere diafano, quasi incorporeo, con il quale ci confrontiamo tutti, quotidianamente, sentendoci sempre inadeguati e sottoponendoci a più o meno ferree diete.

Il modello che la nostra società ci propone è sventolato e pubblicizzato dando luogo a tutto un settore di studi e pubblicazioni che indicano quali sono le diete migliori, cosa si può mangiare e bere e cosa è vietatissimo.

Così, tra un libro di ricette ed un altro di consigli per dimagrire, nasce una nuova cultura, un nuovo modo di stare insieme, spesso un po’ dissociato e contraddittorio, come dissociata e contraddittoria è questa nostra società."



[1] Detto di organismo i cui geni sono stati artificialmente alterati.


Centovetrine: Anna tieni duro!!!

Puntatona oggi: Anna si è chiusa in bagno, a chiave, con l'intento di svuotare la bottiglia di alcool di Ivan....lui ormai è nel baratro dell'alcolismo, non tanto anonimo... Sono in ansia, già lunedì Ivan l'aveva riempita di botte, lei corsa al Pronto Soccorso l'aveva difeso... raccontando di essere caduta nella doccia... un pò di sospetti al dottore asessuato erano venuti....
Consigli ad Anna per domani: apri la porta, non fargliela sfondare e dagli un calcio nelle palle (lui è un pò ubriaco, avrà riflessi lenti). Prendi su le chiavi del brum brum, esci, prendi la macchina e corri dalla tua amica Gloria. Lo devi lasciare. Non c'è razza peggiore dell'uomo inutile.


Futastu tosto


Futatsu tosto significa "due toast" in giapponese. La mia colazione, di norma, è costituita da futatsu tosto e caffè macchiato se la location è un bar, caffèlatte e biscotti al farro se sono at home. In realtà, i toast mangiati veramente sono UNO, perchè il secondo me lo mangio con la mente (o con gli occhi se va ancora meglio). Però, per me, è come mangiarne due...ho bisogno di credere che ne mangio due, per sentirmi sazia ed iniziare "piena" la giornata. La colazione è il pasto da me preferito. E' il mio via.
Il toast più buono della Terra (ed io sono un "toast-sommelier") lo trovo vicino a casa, alla Lifferia di Montecchio Emilia. Croccante, ma dentro un'esplosione di morbidezza e di sapore...prosciutto cotto saporitissimo ed abbondante. Sedermi con tempo mite lì fuori mi fa sentire al mare, mordicchiandomi quel toast in paradiso. E' qui che vivo le conversazioni più interessanti, è qui seduta che mi nascono le idee più brillanti, è qui che bevo il caffè più buono in circolazione. La foto qui è stata scattata durante la mia colazione di stamàne. E' stata la colazione di un carcerato in libertà....mai mi sono gustata un semplice pasto in così cercata tranquillità. Ero con Mo, carissima amica che mi sollazza nei miei pochi momenti di puro cazzeggio nello zone limitrofe alla mia residenza. Ecco, la Mo stamattina mi ha regalato 3 momenti cruciali della giornata:
  1. parlandole del mio blog, proprio di questo blog, lei si è chiesta ad alta voce: "ma chi legge le tue cazzate?!?". Bella domanda. Grazie di avermela posta, rispondo con: "non lo so, ma ho la necessità di esprimerle".
  2. confidandole la mia continua ricerca di una esauriente definizione di "cibo" nella società contemporanea (per il mio progetto sociologico in conclusione), lei me la spara nei denti in un secondo. Definizione perfetta. Io mi ci stavo arrovellando su da due settimane, lei, dal poco che ho potuto introdurle dell'argomento, mi ha aperto il cielo in pochi minuti. Il bar Lifferia, c'è poco da fare, stimola....
  3. mi ha indotto a prendere, ad un'euro, il cancherino di Winnie the Pooh. Però è uscita la bolla con all'interno il personaggio che più mi faceva cagare.Se qualcuno lo vuole....glielo regalo....

mercoledì 13 giugno 2007

Cannibali e tette

Stamàne mi è capitato tra le mani questo libro, tra la bibliografia di un progetto che sto concludendo (grazie Signore Iddio). Ciò di cui voglio brevemente parlare non è l'antropologia legata al consumo di cibo, (almeno qui lasciatemi parlare d'altro!!!) ma del seno cadente delle donne africane. Assomiglia sempre di più, e nemmeno vagamente, al mio. Vorrei, quindi, accettare consigli, proposte sulla tonificazione del seno, un turgore sano e bello da vedere. Ammetto di farmi abbagliare da finte promesse di finti elisir miracolosi, spendendo troppo ed ottenendo troppo poco in rapporto. Voglio fatti, non pugnette.

martedì 12 giugno 2007

International Criminal Courts

"The first and more famous example of ad hoc International Criminal Court is the Nuremberg Trial, which was held between the 1945 and 1949, to prosecute some of the most relevant members of the Nazis leadership.

During the same period, between 1946 and 1948, a similar trial took place in Tokyo for the same reasons, prosecuting the Japanese Empire military and political leadership.

The International Court was created by United States, Great Britain and Soviet Union the countries who were victorious after World War II and had the purpose of punishing crimes against peace, crimes against humanity, genocide and more generally war crimes.

Similar examples of those International Courts took place also in more recent years.

In 1993 ICTY was created after the war in Yugoslavia, with the 827 Resolution of the UN Security Council.

The trial can try only individuals and not governments for committing crimes against humanity, crimes of war and genocide; among the others also Serbian leader Slobodan Milosevic was prosecuted.

The maximum sentence imposable by this Tribunal is life imprisonment.

In 1994 ICTR was created in Rwanda after the 100 days of genocide which started on April 6 1994.

The tribunal was created by UN Security Council through Resolutions number 955, 978, 1165 and prosecutes the commission of genocide crimes and various violations of international law, committed in Rwanda territory or by Rwanda citizens in nearby territories.

What all those International Courts have in common is that they are ad hoc tribunals.

That means that they are not permanent tribunals and that their jurisdiction is limited to the issues for which they were created after the commission of certain crimes.

It is clear that those Courts are a very useful instrument to prosecute crimes that can’t be prosecuted by the Nations involved themselves; that’s as true in the case of Rwanda and Yugoslavia as in the case of World War II, were more Nations were involved.

An International Court is the only way to build up an immediate trial, held by Judges not directly involved in the issues discussed.

We can see how this happens in the ITCY and ITCR, were judges come from USA, Europe, Africa and Australia; this should guarantee a fair process by legally competent individuals.

Someone can argue that those tribunals violate the principle according to which a court and the judge must be identified before the crime is being committed, and that’s a fact, it’s undeniable.

But the point here is not saying that is right to have ad hoc tribunals generally speaking.

The point here is if it’s possible in some exceptional circumstances to behave in exceptional ways…also regarding trials procedures.

We can do doctrinal and moral evaluations of what we think it’s right and what we think should be done, but when we talk about real and extremely difficult problems we have to understand which solutions a real problem may require.

For example regarding the Nuremberg Trials someone may argue that since the judges were appointed by the victors, the Tribunal could not be regarded as a court in the true sense; someone also argued that those judges were politically motivated and consequently not impartial.

Now just think at this example written by Oxford professor A.L. Goodhart.

If a spy is captured in a foreign country, he obviously will be processed by that country’s tribunal. That’s normal.

None has anything to argue about it.

So why? Why none asks for a neutral judge for his trial?

The reality is that we can’t have neutral judges.

If a thief is under trial how can the judge (if he’s an honest person) be “neutral”?

What everyone has the right to demand and expect is that the judges shall be fair, not that they shall be neutral.

If you have French and Americans and Russians judges in a Rwanda trial, you can suppose they are neutral but you can’t say that just because they are from different countries or at least you can’t say it without a reasonable doubt.

Everyone has a political vision of things.

Judges must be fair not neutral.

Having said that, in Nuremberg, Yugoslavia and Rwanda cases, we have to consider we are talking about extremely horrifying and unexpected situations.

We are talking about genocide, people killed without a reason except by their race or religion.

We are talking about dictators, war crimes of aggression and invasion of nearby countries.

Can someone be impartial about this?

Can someone see this things without having a deep feeling of horror and sadness?

Should we just look at the “written” aspect of law, to written principles…or should we balance this principles with this horrifying reality and find an appropriate solution?

The reality is that International Courts ad hoc like Nuremberg were necessary at the time, for a proper and immediate prosecution of the accused.

The reality is that almost every law has some exceptions, and most of the laws are modified following the changes of this world we live in.

The reality is that, by the way, those ad hoc tribunals like Nuremberg were a great help for the consequent creations of documents like the Geneva Convention or the Universal Declaration of Human Rights.

They were also important for the starting works to create the permanent International Criminal Court which was born in 2002.

We can not say that ad hoc tribunals are a model to adopt every time and everywhere but we can neither say that they are not useful and appropriate under certain circumstances.

The laws are written on papers, but before they were written they came from people minds and hearts.

When you talk about genocide, and crimes against humanity, papers matter but reason and heart should matter as well."

Ieri sera ho letto questo articolo di un mio caro amico, invogliata dalla sua richiesta di un parere. Mi ha spiazzato, in quanto incalzante e logico, al di là dell'inglese perfetto che tu, Matteo, hai come dono. Lo posto di mia iniziativa perchè meritevole di essere letto, anche più volte, e stimolante riflessioni non "da tutti i giorni". Bravo Atos!!!



lunedì 11 giugno 2007

Dursiamo o non dursiamo?!?

Allefer festeggia la conclusione del suo primo quartile di secolo: 25. E camperò cent'anni perchè mi faccio sempre i *azz* miei (ricordate il proverbio: "mio nonno è campato cent'anni perchè si faceva i cazzi suoi?!?). Ricevo proposte di aggregazioni di massa in vista della mia seconda ma purtroppo ultima laurea e del mio compleanno, a distanza di 20 giorni. Perchè non unire e darci dentro?!? Io ci sto, ma i regali da fare rimangono comunque due, sia ben chiaro. Accolgo le numerose richieste di ammucchiate, avvelenamenti a suon di alcool etc..etc... alla Duna, convincetemi un pò di più però...fatelo qui...

La mia prima vacanza "self made": Barcellona

[18-19-20-21 maggio 2007] L'opportunità di volare a basso costo non viene più sottovalutata nemmeno da me ora. Neppure la comodità di plasmare il mio viaggio, seppur breve, con una semplice ricerca on line. L'organizzazione di una piccola (grande) fuga risulta molto divertende e piacevole quando ruba poco tempo e questo viene speso efficientemente. Ho sempre avuto piccoli obiettivi, di varia natura e di varia serietà\importanza, come stimolo ad intraprendere un viaggio. Ammetto di essere partita, stavolta, con un solo ed unico obiettivo: godere. Di tutto.
Ed ho goduto.
Barcellona è una città che mette a proprio agio, perchè ha la dimensione di chiunque. Ed essere nella propria dimensione permette di rilassarsi. Nonostante sia stato un week end (un pò allungato) di continuo walking in the city, la stanchezza a fine giornata non è mai stata comparabile all'atmosfera magnifica assorbita e al piacere visivo e sensoriale vissuto durante la giornata. Viva sempre, giorno e notte: Barcellona non dorme mai.
Questa città è piena di antinomie, che non definirei contrasti veri e propri. Un centro città d'arte che è un piacere per gli occhi, arterie stradali spesso semi-bloccate come ogni grande città che si rispetti...ed un mare e spiagge degni de "la vita loca". Il tutto raggiungibile sempre, abbastanza facilmente, con la metropolitana (modalità di spostamento da non sottovalutare soprattutto se si ha poco tempo).
Elementi che hanno fatto di questo viaggio un self must:
  1. le tapas non sono stuzzichini "tipo piadinette al mais con dentro qualcosa" come mi sono sempre illusa fossero...ma sono aperitivi, piccole quantità di vari piatti tipici e non che vengono serviti per anticipare un pasto più importante in quantità e\o per fare uno spuntino;
  2. un bel hotel aiuta sempre, soprattutto se questo casualmente ti dona una suite all'ultimo piano con piscina e palestra a 3 metri e con una vista dalla camera da letto su tutta la città;
  3. il taxi può rivelarsi sempre un semplificatore di situazioni, soprattutto una volta arrivati all'aereoporto di destinazione e non avendo idea di dove si trovi il proprio hotel;
  4. la paella originale, che sia mista o di pescado, "fa una pippa" ai risotti all'italiana;
  5. nei locali pubblici è vietato NON FUMARE;
  6. una sana colazione spagnola prevedere un buon bicchierozzo di caffèlatte e frittelle intinte... a scelta boccalone di birra e frittatona (tortillas) di uova;
  7. le spiagge sono PUBBLICHE (non pubbliche quanto in Italia): ciò significa arrivare coi propri stracci e sistemarsi dove e come si vuole; la politica "dei bagni\stabilimenti balneari" non esiste e soprattutto ci sono toilettes a bordo spiaggia pubbliche (chi non va nelle toilettes degli stabilimenti vicini anche quando è in spiaggia libera in Italia?!? tutti... proprio perchè non ci sono quasi mai bagni pubblici);
  8. "l'inglese è la lingua più parlata e conosciuta al mondo": è un'illusione;
  9. la lonely planet si è rivelata, ancora una volta, una bussola perfetta.

Il mondo delle micromachine

Sono cresciuta in compagnia di tanti cugini maschi....tutti cugini maschi. I pro: i maschi, fin da piccoli, sono più simpatici e "manuali" delle femmine. Non piangono quasi mai e puoi fare la lotta senza che diventino isterici. Amavo tirare i capelli e dare calci in bocca ai miei cugini, soprattutto al più piccolo, indifeso. Ho potuto giocare con qualsiasi tipo di macchinina, trattorino (vivevamo e viviamo pur sempre in campagna) e mi sono sparata ogni sorta di cartone animato "maschile". Mi ritrovo troppo nell'uomo tigre. Io sono la donna tigre oggi. Ero la bambina tigre. Poi costruivamo casette di legno con le cassette vecchie che servivano a mio nonno paterno, coltivatore diretto, per contenere patate, cipolle, zucche...che spasso..ero sempre sporca dalla testa ai piedi di terra, erba ma ero l'essere più libero che mi potessi sentire. All'età di sette anni ho imparato a guidare il trattore Landini di mio nonno. Avevo difficoltà nello schiacciare la frizione, troppo dura e lontana dall'essere schiacciata col mio piedino.... Quindi, da cugini campagnoli intelligenti e pragmatici, uno si metteva al volante (sempre il cugino più grande che si poteva quasi permettere di comandare), uno si metteva a lato per schiacciare la frizione (io) e l'altro (il più piccolo) dall'altra parte per l'acceleratore. Che spasso....Pinky, il cane dei miei nonni, ci seguiva mentre giravamo come degli invasati nelle carraie...
I contro: sono rozza, spesso, e mi piacciono le cose maschili. Mi piace portare gli orologi dal taglio maschile, mi piace portare magliette e camice da uomo, mi piacciono i profumi maschili, ho un naso super-fino per le fragranze maschili. VERO CONTRO: ADORO IL MONDO DELLE MICROMACHINE.
Mi ricordo che costavano parecchio, giochi cari, d'elitè. Il cugino più grande ne aveva un sacco, con i parcheggi in miniatura, le piste.... io andavo giù di testa. Non c'è stata Barbie che sia stata al passo con una micromachine. La mia preferita era quella tutta "filo-spinato", coloratissima. Ho tentato più volte di mettermene in tasca una, rubarla...ma le contava sempre mio cugino appena arrivava e prima di andarsene....non ne avevo modo...ma ci pensavo tutti i giorni.
Ecco, sabato sono stata alla Conad di Cadelbosco Sopra. Voglio sperimentare i supermercati dei paesini limitrofi al mio luogo di resindenza. Ed ho rivissuto il mondo delle micromachine. Carrelli piccolissimi, scaffali bassi, tutto piccolo...a misura di bambino. Sono tornata indietro 20 anni...e la sensazione è stata meravigliosa.