Vota con il tuo carrello della spesa
(The Economist - 9 dicembre 2006)
Il carrello del supermercato ha detronizzato l'urna elettorale? Negli ultimi anni davanti ad un crollo del numero di votanti nei paesi sviluppati, sono cresciute velocemente le vendite di prodotti alimentari locali, biologici e del commercio equo con il loro portato politico. Alcuni prodotti permettono ai consumatori ogni volta che fanno la spesa di esprimere le loro opinioni politiche, dalle preoccupazioni ambientali al sostegno per i contadini poveri. E gli acquirenti stanno approfittando dell'opportunità, come dice Marion Nestle, una nutrizionista alla New York University ed autrice di "Food Politics" (2002) e "What to Eat" (2006). "Quello che sento quando parlo alle persone è questo fenomenale senso di disperazione nel sentirsi inutili davanti a grandi questioni come il cambiamento climatico e alla disparità tra ricchi e poveri" dichiara. "Ma quando vanno a fare la spesa sanno che possono fare qualcosa, possono decidere cosa comperare per inviare un chiaro messaggio". "C'è qualcosa di condivisibile nel movimento del "cibo-attivismo". Ha alla fine un effetto positivo", dichiara Ian Bretman di Fairtrade Labelling Organisations (FLO) International, un'organizzazione di coordinamento del commercio equo. Prima dell'avvento della certificazione etica o biologica, sottolinea, il modo tradizionale per esprimere le tendenze politiche attraverso i prodotti alimentari era organizzare boicottaggi. Ma attraverso i marchi si dà dignità all'atto politico del consumo piuttosto che del non consumo, suggerisce, con molta più possibilità di ottenere risultati. "Ed è un modo per coinvolgere in maniera più costruttiva ed efficace le aziende. Se invece insisti con il boicottaggio o se le dipingi come inique o come il male, non sarai mai in grado di tirarle dalla tua parte".
I consumatori hanno più potere di quello che credono, dice Crys Wille della Rainforest Alliance, un gruppo ecologista. "Sono ad un estremo della catena di fornitura, i contadini sono dall'altra, ed i consumatori hanno veramente il potere di lanciare un messaggio attraverso una catena così complessa", spiega. "Se il messaggio è frequente e abbastanza forte e coerente, si possono veramente cambiare le cose, e noi vediamo che questo accade concretamente."
L'industria degli alimentari bio, che oggi vale oltre 30 miliardi di Us$ "è stata creata dai consumatori per votare con i loro dollari", dichiara Michael Pollan, l'autore di "The Omnivore's Dilemma" (2006), un altro libro tra quelli usciti durante l'anno sul "food politics". Normalmente, dice, c'è una chiara distinzione tra le azioni della gente nel ruolo di "cittadini", dai quali ci si aspetta agiscano considerando il benessere di tutta la società, e la loro azione come consumatori, considerata come egoista. Le scelte alimentari sembrano riconciliare questi due opposti.
lunedì 16 luglio 2007
Si può veramente cambiare il mondo comprando certi prodotti?!
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