TOKYO. Anche quest'anno, dopo le tappe a Barcellona, Lione e New York, la presentazione delle tendenze autunno/inverno 2008 organizzata da Moda In è sbarcata a Tokyo, ospitata dall'Istituto Italiano di Cultura e con il patrocinio di ICE e Ambasciata Italiana.
Essendo Moda In un'associazione che riunisce produttori esclusivamente italiani ed europei, la presentazione di oggi è originariamente destinata ad essere presentata in Europa e per un pubblico di produttori, ma, data l'enorme importanza commerciale che rivestono, dopo il "tour" europeo, anche una tappa negli Stati Uniti ed in Giappone risulta d'obbligo.
"Questo anche per evitare che ci rubino delle idee, naturalmente", ci dice Susi Castellino, che aggiunge: "questa presentazione vuole essere un orientamento, uno strumento di marketing, per permettere ai nostri associati di capire quali sono le tenenze in atto su cui dovranno puntare per le nuove collezioni di tessuti. In USA e Giappone la presentazione serve per far capire agli acquirenti che tipo di prodotto si troveranno davanti quando verranno a Milano Unica".
La presentazione è affidata ad un video di circa un'ora, alle cui immagini si accompagna la voce dell'olandese Henk Fokkema, che in un ottimo italiano descrive le tendenze, i materiali ed i colori in cui queste tendenze si incarneranno.
Il punto da cui parte il tutto è la constatazione che la società moderna deve rallentare i suoi ritmi pur continuando ad andare avanti, e da questi passaggi che si mescolano sono state individuate tre tendenze, denominate "Adagio non troppo", "Andante con moto" e "Allegro con brio".
Se "Adagio non troppo" rappresenta un'essenzialità apparente, dovuta al mescolarsi ed al contrapporsi di materiali naturali ed artificiali, che abbinano ad un'atmosfera malinconica effetti velati, di morbidezza e voluminosità come anche di una falsa fragilità, "Andante con moto" si concentra sul movimento e sul disordine, anch'esso apparente, con tessuti le cui superfici ed i cui disegni hanno forme porose, increspate o derivate da una visuale in prospettiva mutuata dall'architettura.
Infine, la più bizzarra e particolare, "Allegro con brio", propone varie sperimentazioni giocate sempre comunque con alla base un senso di humor, che si concretizza in un eccesso dei colori, vivaci o addirittura acidi, come anche delle forme, che cercano assumere sembianze assolutamente divertenti.
Alla fine della presentazione, siamo andati a parlare con Henk Fokkema, per capire meglio i temi trattati e avere da lui qualche riflessione, in quanto esperto del settore.
Corriere Asia: Dott. Fokkema, ci può spiegare come nasce la presentazione a cui abbiamo assistito oggi?
Henk Fokkema: Ogni anno, subito dopo Milano Unica (a settembre N.d.A.), si tiene una grossa riunione a cui partecipiamo noi e altre associazioni tessili, come anche grandi gruppi chimici e produttori di materiali. Ognuno dei membri mette sul tavolo le proprie proposte e le proprie ricerche di mercato e, confrontandocisi, alla fine arriviamo alla stesura di un documento sulla cui base verrà poi preparata la presentazione che abbiamo appena proposto.
CA: Cosa c'entrano le aziende chimiche ed i produttori di materiali nell'identificazione, se non nella creazione, delle tendenze di moda?
HF: Beh, un'azienda come la Bayern non può permettersi di produrre quintali di tessuto sintetico in colori che poi magari non avranno spazio nella stagione successiva. Oppure, per esempio, i produttori di lino, classico tessuto estivo, hanno interesse nel promuovere magari un loro tessuto particolare adatto anche all'inverno, e così via.
Nonostante questo però, il mondo della moda va avanti per casi difficilmente prevedibili o programmabili, ad esempio magari un piccolo stilista solo perchè un calciatore famoso ha indossato una sua maglietta e ad un certo punto si ritrova ad essere l'oggetto del desiderio di una stagione intera, pubblicato sulle riviste e desiderato dagli acquirenti.
CA: Come vede oggi il mondo dei tessuti e della moda?
HF: Oggi assistiamo ad un appiattimento su scale globale: le stesse cose che trovo qui a Tokyo le trovo identiche anche in Polonia, ad esempio. I grandi gruppi, i "nomi" della moda, anche producendo capi di non ottima fattura sono assolutamente preferiti dal pubblico, soffocando quindi le piccole aziende che hanno meno capacità comunicative e che possono puntare solo sulla qualità e sui giusti canali di distribuzione.
Rispetto agli anni '80, in cui l'interesse per come si appariva era ai massimi livelli, oggi i compratori sono più interessati a spendere i propri soldi in viaggi o hi-tech, inoltre si assiste sempre di più ad una differenziazione nelle scelte: in base a ciò che devo comprare scelgo se andare da Armani o da H&M.
CA: E per quanto riguarda l'Italia?
HF: Molti prodotti "italiani", non sono originariamente italiani. Molti oramai acquistano le materie prime dalla Cina o dall'India o dai paesi dell'Est-Europa, ma quello che conta è la lavorazione, che avviene in Italia, ed il gusto italiano che questa lavorazione dà ai tessuti.
Tra l'altro, parlando di Cina, io sono convinto che questa sia una grande opportunità per l'Italia: se anche solo un decimo dei cinesi dovesse raggiungere uno status economico di benessere, quando dovessero comprare un vestito, credete forse che acquisterebbero un capo cinese, magari "taroccato", o un capo italiano di alta moda? Beh, la risposta è fin troppio chiara.
Essendo Moda In un'associazione che riunisce produttori esclusivamente italiani ed europei, la presentazione di oggi è originariamente destinata ad essere presentata in Europa e per un pubblico di produttori, ma, data l'enorme importanza commerciale che rivestono, dopo il "tour" europeo, anche una tappa negli Stati Uniti ed in Giappone risulta d'obbligo.
"Questo anche per evitare che ci rubino delle idee, naturalmente", ci dice Susi Castellino, che aggiunge: "questa presentazione vuole essere un orientamento, uno strumento di marketing, per permettere ai nostri associati di capire quali sono le tenenze in atto su cui dovranno puntare per le nuove collezioni di tessuti. In USA e Giappone la presentazione serve per far capire agli acquirenti che tipo di prodotto si troveranno davanti quando verranno a Milano Unica".
La presentazione è affidata ad un video di circa un'ora, alle cui immagini si accompagna la voce dell'olandese Henk Fokkema, che in un ottimo italiano descrive le tendenze, i materiali ed i colori in cui queste tendenze si incarneranno.
Il punto da cui parte il tutto è la constatazione che la società moderna deve rallentare i suoi ritmi pur continuando ad andare avanti, e da questi passaggi che si mescolano sono state individuate tre tendenze, denominate "Adagio non troppo", "Andante con moto" e "Allegro con brio".
Se "Adagio non troppo" rappresenta un'essenzialità apparente, dovuta al mescolarsi ed al contrapporsi di materiali naturali ed artificiali, che abbinano ad un'atmosfera malinconica effetti velati, di morbidezza e voluminosità come anche di una falsa fragilità, "Andante con moto" si concentra sul movimento e sul disordine, anch'esso apparente, con tessuti le cui superfici ed i cui disegni hanno forme porose, increspate o derivate da una visuale in prospettiva mutuata dall'architettura.
Infine, la più bizzarra e particolare, "Allegro con brio", propone varie sperimentazioni giocate sempre comunque con alla base un senso di humor, che si concretizza in un eccesso dei colori, vivaci o addirittura acidi, come anche delle forme, che cercano assumere sembianze assolutamente divertenti.
Alla fine della presentazione, siamo andati a parlare con Henk Fokkema, per capire meglio i temi trattati e avere da lui qualche riflessione, in quanto esperto del settore.
Corriere Asia: Dott. Fokkema, ci può spiegare come nasce la presentazione a cui abbiamo assistito oggi?
Henk Fokkema: Ogni anno, subito dopo Milano Unica (a settembre N.d.A.), si tiene una grossa riunione a cui partecipiamo noi e altre associazioni tessili, come anche grandi gruppi chimici e produttori di materiali. Ognuno dei membri mette sul tavolo le proprie proposte e le proprie ricerche di mercato e, confrontandocisi, alla fine arriviamo alla stesura di un documento sulla cui base verrà poi preparata la presentazione che abbiamo appena proposto.
CA: Cosa c'entrano le aziende chimiche ed i produttori di materiali nell'identificazione, se non nella creazione, delle tendenze di moda?
HF: Beh, un'azienda come la Bayern non può permettersi di produrre quintali di tessuto sintetico in colori che poi magari non avranno spazio nella stagione successiva. Oppure, per esempio, i produttori di lino, classico tessuto estivo, hanno interesse nel promuovere magari un loro tessuto particolare adatto anche all'inverno, e così via.
Nonostante questo però, il mondo della moda va avanti per casi difficilmente prevedibili o programmabili, ad esempio magari un piccolo stilista solo perchè un calciatore famoso ha indossato una sua maglietta e ad un certo punto si ritrova ad essere l'oggetto del desiderio di una stagione intera, pubblicato sulle riviste e desiderato dagli acquirenti.
CA: Come vede oggi il mondo dei tessuti e della moda?
HF: Oggi assistiamo ad un appiattimento su scale globale: le stesse cose che trovo qui a Tokyo le trovo identiche anche in Polonia, ad esempio. I grandi gruppi, i "nomi" della moda, anche producendo capi di non ottima fattura sono assolutamente preferiti dal pubblico, soffocando quindi le piccole aziende che hanno meno capacità comunicative e che possono puntare solo sulla qualità e sui giusti canali di distribuzione.
Rispetto agli anni '80, in cui l'interesse per come si appariva era ai massimi livelli, oggi i compratori sono più interessati a spendere i propri soldi in viaggi o hi-tech, inoltre si assiste sempre di più ad una differenziazione nelle scelte: in base a ciò che devo comprare scelgo se andare da Armani o da H&M.
CA: E per quanto riguarda l'Italia?
HF: Molti prodotti "italiani", non sono originariamente italiani. Molti oramai acquistano le materie prime dalla Cina o dall'India o dai paesi dell'Est-Europa, ma quello che conta è la lavorazione, che avviene in Italia, ed il gusto italiano che questa lavorazione dà ai tessuti.
Tra l'altro, parlando di Cina, io sono convinto che questa sia una grande opportunità per l'Italia: se anche solo un decimo dei cinesi dovesse raggiungere uno status economico di benessere, quando dovessero comprare un vestito, credete forse che acquisterebbero un capo cinese, magari "taroccato", o un capo italiano di alta moda? Beh, la risposta è fin troppio chiara.
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