lunedì 23 giugno 2008

Paris, mon amour

I'm still alive.... here and ici
Enjoy!!!

lunedì 12 maggio 2008

To Allemon from Mais

E’ strano e allo stesso tempo affascinante come nella vita un determinato luogo, che sia una città o un edificio o un prato….. possa assumere nella nostra testa un determinata collocazione emozionale a seconda di quella che è l’evoluzione della nostra vita.
Basta un niente e un luogo che fino a ieri adoravamo può diventare un luogo dove non metteremo mai più piede.
Un ristorante dove si è sempre andati con la persona che si ama, può dopo un addio diventare un posto che non vorremmo più nemmeno sentire nominare…. o viceversa, può capitare di incontrare la persona della propria vita in un luogo che mai avremmo pensato che per noi avrebbe significato alcunché.
Oggi il luogo che sta cambiando posizione nei miei sentimenti e nella mia testa e niente meno che New York, la Grande Mela, NYC, come preferite chiamarla va bene.
Quando ero piccolo New York era il simbolo della città per eccellenza, compariva continuamente dei film anni ’80 e guardavo affascinato ogni singolo grattacielo, taxi giallo, nome di via indicato con i numeri, bancarella di hotdog…e via dicendo. Era qualcosa di quasi irreale e irraggiungibile, il simbolo di quegli anni.
Quando sono cresciuto parecchi anni dopo, a New York ci sono stato: l’ho vissuta, l’ho respirata, ne sono stato parte anche se sono per pochi giorni.
La connotazione mitologica che ne avevo nell’infanzia era ormai sparita, ma ne sono rimasto affascinato in un modo altrettanto ingenuo e infantile. Ho camminato per la città con la testa verso l’alto, ho respirato lo smog, ho mangiato hamburgers e sushi takeaway percorrendo le strade di Wall Street, Greenwich Village e Ground Zero. Ho comprato da mangiare dal mitico Dean & DeLuca. Ho visto la durezza di questa città, le maschere che ogni suo abitante indossa per proteggersi dalla vita quotidiana. Ho attraversato Central Park e il distretto dei teatri, ho sentito attorno a me la passata gloria di luoghi come Radio City, il Flatiron Building, la Statua della Libertà.
Finito il viaggio ho chiuso il capitolo NY. Era una cosa vista, compiuta e catalogata. Fine.
Oggi NY torna prepotentemente nella mia vita. La persona con cui sono più in confidenza su questo pianeta, la mia migliore amica, una persona che per me è come una sorella, e compagna di avventure (e figure di merda fra le altre cose) partirà per la Grande Mela e si trasferirà li a tempo indeterminato.
New York diventa improvvisamente il luogo che mi priva di un pezzo importante della mia vita, la città che mi porta via la persona a cui dicevo tutto, che chiamavo alle 2 di notte se avevo bisogno anche solo di sparare due cazzate, con cui ho condiviso i momenti più belli e i più difficili della mia vita negli ultimi dieci anni.
Non c’è più nessun fascino in questa città per me, e se c’è è oscurato da ciò che questa città ora rappresenta per me: la causa di un enorme vuoto nella mia vita.
Che ragionamento egoista. Per lei sarà sicuramente una bella esperienza, e se ha deciso di andare significa che era questo che voleva, e va bene così. Ma io sono qui e non posso fare a meno di pensare a ciò che sto per perdere. La vita è breve si dice sempre; beh allora vorrei sempre viverla al massimo e con le persone che più meritano.
Chissà forse in futuro New York assumerà ancora un'altra forma positiva nella mia mente: quando andrò a trovarla, finalmente e sarà nuovamente teatro di bei momenti vissuti che potrò ricordare.

Ais --> Mais

giovedì 24 aprile 2008

Home

Quando l'ascolto mi sento a casa.... ovunque sia....



Here is a song
from the wrong side of town
where I'm bound
to the ground
by the loneliest sound
that pounds from within
and is pinning me down

Here is a page
from the emptiest stage
a cage or the heaviest cross ever made
a gauge of the deadliest trap ever laid

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong here

The heat and the sickliest
sweet smelling sheets
that cling to the backs of my knees
and my feet
I'm drowning in time
to a desperate beat

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong

Feels like home
I should have known
from my first breath

God send the only true friend
I call mine
pretend that I'll make amends
the next time
befriend the glorious end of the line

And I thank you
for bringing me here
for showing me home
for singing these tears
finally I've found
that I belong here.

giovedì 17 aprile 2008

Una mattina al risveglio....



...dovevo partire fra poche ore per un viaggio di lavoro all'estero...
Non avevo passato la notte sola...Alpaka Gigante Biondo aveva sonnecchiato al mio fianco nella maglietta bianca di lana.
Al nostro risveglio, presi l'i-pod e gli misi gli auricolari alle orecchie...con questa canzone...e mi misi a piangere, sapendo che iniziava "la mia vita da adulto".

Do you remember?!?

Finita questa canzone, lui prese il suo lettore mp3 e mi mise nelle orecchie "la sua canzone" per me, questa:



Io partii...e capìì che non avrei potuto rinunciare a tutto ciò.

mercoledì 16 aprile 2008

Lassù qualcuno mi osserva....

...ed ha deciso di facilitarmi la vita, o meglio...di donarmi più tempo libero.
Giovedì 10 aprile 2008 avete (voi non so chi) deciso di aprirmi lo svincolo dell'autostrada a 3 chilometri da casa (Caprara, uscita-entrata sull'A1 Milano-Napoli).
Grazie a Voi il mio stress da viaggio pre e post lavoro stà diminuendo, poichè impiego molto meno nel dirigermi verso i miei obiettivi.
Grazie a Voi ho preso la decisione importante di installare sulla mia macchinina il Telepass, così posso fare la figa (percorrere le corsie preferenziali gialle) e non fare code.
Grazie a Voi posso far fare alla mia macchina i 130 km\h ogni giorno e gratificarla.
Grazie ancora.
Lassù qualcuno mi ascolta.

Una risposta

martedì 8 aprile 2008

"in perenne apatica attesa sui divani macchiati di sperma"



Un giretto qui lo farei... Se non altro per poter dire (vantarvi) di aver visto le opere del più "schizzato" artista post-contemporaneo di tutti i tempi.
Conoscevo pochissimo Andy, come personaggio e come artista.
Non che dopo aver visto la sua mostra a Parma 2 settimane fa ne sappia molto di più.
Però devo ammettere che approfondendo la conoscenza di Andy Warhol, costui mi ha colpito per 2 motivi: il primo è che aveva la mania di guardarsi allo specchio perchè spaventanto dal non vedere nulla (leggere come "essere morti nonostante in vita", spesso capita); il secondo è perchè attendeva sempre che qualcosa accadesse (non se lo andava a cercare) e gli accadeva.
La mostra è bella, abbastanza completa.
Ma non è questo ciò che mi ha colpito.
Mi hanno colpito i due quadri che allego a questo post.
Non sono mai stata così male davanti a dei "semplici" strumenti di morte.


venerdì 4 aprile 2008

Finalmente.....l'amore

Wong Kar-wai è uno dei pochi registi che si può definire "genio delle piccole cose". E' più facile essere "genio dei grandi sistemi", "genio dei grandi temi". E' raro divenire (o nascere?) "genio delle sottigliezze".
Un film di Wong è un susseguirsi di inquadrature irregolari, ferme nei dettagli, mai ferme nelle panoramiche.
Il mio essere un "critico tecnico" cinematografico si limita a queste poche parole.
Il mio essere, invece, amante del cinema d'autore va oltre.
Il film visto ieri sera in un cinema tristissimo, ex cinema di proiezioni esclusivamente erotiche, mi ha spappolato contro la scomodissima poltroncina di sintetico rossa (da cinema a luci rosse). Nonostante le posizioni più scomode da me assunte, non ho perso un secondo di film, provocandomi una semi-paralisi oculare da secchezza (non chiudere gli occhi sbattendo le palpebre per un pò non fa bene, attenzione).
Il film parla di una storia d'amore, che però è amore vero, non il famoso amore-punto. Quello che sa capire, parlare anche in silenzio ed a distanza, quello che sa aspettare.
Ma non è la semplice storia d'amore in cui i protagonisti si incontrano, si innamorano e fanno zin zin. Questi due aspettano 360 giorni per darsi un bacio, non so se mi spiego... e nel frattempo si scrivevano soltanto cartoline.
Da vedere (e soprattutto riflettere dopo, anche per più di 5 minuti).

giovedì 3 aprile 2008

........quindi?

La primavera porta con sè la voglia di ri-sveglio.
Io ne sono afflitta, fin dall'età adolescenziale. La mia voglia di ri-sveglio implica sempre un pizzico di cambiamento, un pizzico di miglioramento, un pizzico di calore (umano e non).
La primavera 2008 è alquanto forte, come impatto visivo ed emozionale. Noto particolari e provo emozioni nuove, mai provate negli anni precedenti.
Un mio risveglio personale potrebbe essere stato enfatizzato (oppure aiutato) dal risveglio della natura.
Stamattina mi sono alzata di buonumore. Ho acceso la macchinetta del caffè, ho preparato le mie solite crepes (stamattina ho aggiunto qualche scaglia di cioccolato all'interno e non la solita marmellata), mi sono seduta ed ho guardato fuori dalla finestra. Ho fatto l'errore (che però rifarò ogni mattina della mia vita) di aprire la finestra prima di sedermi a tavola. Guardare l'alba in primavera, quando si prospetta una meravigliosa giornata di sole, è pari ad una accoltellata a livello pericardico.
E stamattina.....dopo anni ed anni di tranquillità, ho avuto voglia di scappare. Semplicemente la pretesa di un viaggetto in auto verso il mare, oppure verso la collina.
Ma quel dannato pensiero del lavoro arretrato.... mi ha rovinato la giornata.
E mi è passato il buonumore.

mercoledì 26 marzo 2008

Callisto Cagnato ed il boccaglio ed Enza Sessa

Premessa: ho sempre trovato Verdone molto "fisico" sulla scena e questo ha sempre reso i suoi personaggi vincenti perchè molto concreti, grotteschi nelle loro sfaccettature caratteriali. Per questo molto divertenti. Caricature di personaggi che vediamo nei locali, in vacanza, credo ovunque. C'è un pò di Callisto Cagnato, il professore di storia dell'arte molto rigido con gli altri ma mai con se stesso, in me. Cinico nei confronti del sesso, fa di tutto per mostrarsi all'altezza di chiunque, di qualunque situazione e di qualunque luogo. Maschera che spesso si indossa, indosso, indossavo, per potermi auto-convincere di essere all'altezza di ogni situazione. C'è un pò di Enza Sessa, moglie del coatto Moreno Vecchiarutti, in me. Alla perenne ricerca di conferme da parte del proprio uomo, non si accorge che le migliori conferme potrebbe trarle da lei stessa, sola e come donna. C'è un pò di Leo, il boy scout tardone (sia d'età sia di comprendonio) che gestisce ogni evento della vita con "è andata così", in me. Forse c'è un pò di qualsiasi caricatura in noi. Il film è divertente, secondo e terzo episodio da risata continua. Consiglio per seratina divertente, con amici o partner. Soprattutto se quest'ultimo ha sempre più bisogno di ridere, o semplicemente sorridere.... senza momentanei pensieri.

martedì 25 marzo 2008

Il club della moda, quello vero







Mi sto cominciando a divertire...
...ed a fare leggermente "la figa"....

Enjoy!

venerdì 21 marzo 2008

Hut - Chapèu - Chapeau - Hat - Hoed - Hatt - Sombrero

....tanto di "cappello".
Ho letto di lei, tanto, ho sentito racconti di lei, ho visto lei...
Avete presente la sensazione-emozione provata nel leggere-sapere-osservare un qualcosa che per se stessi è semplicemente affascinante? Cita un noto dizionario della moda:

Personaggio emblematico del mondo della moda, con il gusto della provocazione colta e irriverente: per vocazione estetica, per professione editoriale, per inclinazione, appassionata e originale raccoglitrice e collezionista di "pezzi" di abbigliamento (trappole estetiche), ma anche di libri, di oggetti, di musica, di "cose", che liberamente interpreta con una precisa finalità: estetizzare il "momento contemporaneo". Pezzi, oggetti (a volte anche parole) ricercati, scavati in peregrinazioni in tutto il mondo, con un raro talento e un occhio sensibile al famoso "quid". In questo esercizio costante, ha avuto due eccellenti maestri: il marito (sposato a New York nel 1962) Alfa Castaldi, fotografo, personaggio di vasta ed eclettica cultura, e l'inglese Vern Lambert eccentrico collezionista di abiti antichi. Sempre seguendo un suo personale fantasioso filone di sottile humor, di moderno e ironico divertimento, una particolare logica-illogica, un del tutto personale "egotrip", gli abiti da collezione-non collezione di Anna Piaggi sono via via usciti da armadi e minuziose catalogazioni, per trasformarsi nel vissuto quotidiano. Abiti da indossare su un astratto ideale palcoscenico, in una fantasiosa interpretazione, tra razionale e irrazionale, avente, come punto di riferimento, la moda e come finalità una provocazione moderna. Abbinamenti, contaminazioni, accostamenti che coinvolgono anche il linguaggio diverso e creativo (vedi per esempio le sue famose presentazioni per le collezioni Missoni). Sul filo assolutamente originale di una vocazione coltivata per professione, di una rara sensibilità, di una inventiva, capace di interpretare stili, mode, epoche, musica, oggetti, Anna Piaggi si muove in un mix dissacratore ostentato con suprema intelligente indifferenza e padronanza assoluta dell'effetto. È milanese, di educazione e formazione classica, inizia come traduttrice per la casa editrice Mondadori, diventa giornalista di moda negli anni '60, quando viene chiamata sempre dalla Mondadori come fashion-editor per l'esordiente mensile Arianna, a cui imprimerà il segno forte e innovativo di un gusto moderno, nuovo e dove lavora in tandem con il marito Alfa Castaldi, che diventerà uno dei più noti e intelligenti fotografi italiani; con lei collaborerà come redattrice Anna Riva. Negli anni '70, Anna sarà "editor at large" per la Condé Nast e introdurrà con i suoi servizi speciali grandi fotografi come Chris von Wangenheim, Giampaolo Barbieri e naturalmente Castaldi. Dall'81 all'84 studia il progetto e dirige Vanity (Condé Nast), un sofisticato e interessante esperimento di ricerca di un nuovo linguaggio, impostato su una trama di straordinari disegni, con il grande artista americano Antonio Lopez e introduzioni di argomenti forse troppo sofisticati e difficili per quei lontani tempi, travolti da un frenetico consumismo. Nell'88 inizia su Vogue Italia la sua rubrica (divenuta cult), "D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi" che tuttora prosegue e che, dopo dieci anni, ha dato vita al libro Fashion Algebra (Leonardo Arte, '99), incredibilmente ricco di personaggi, spunti, rimandi, citazioni con un linguaggio reinventato, dalla sonorità personalissima ma sempre estremamente informato, documentato, costantemente "avant-garde". Ha un peso internazionale, questa giornalista-esteta dalle vibranti antenne, questa scrittrice sofisticata, questa ricercatrice acuta di fatti (misfatti), cose e casi, personaggi emergenti, famosi, sconosciuti. Sia nell'approccio agli argomenti, sia nella brillante scrittura, sia negli accostamenti che spaziano sui più diversi temi della cultura moderna e del costume attuale, raggiunge un raro vertice di stimoli visuali, azionando misteriose molle di provocazione culturale. È stata per diversi anni ('93-97) opinionista di moda e società su Panorama e ha collaborato ai vari Vogue internazionali. Dall'87 all'89 cura una rubrica di moda e costume per L'Espresso Più. Il celebre stilista Karl Lagerfeld (Chloé, Chanel, Fendi) l'ha scelta a sua musa e le ha dedicato, negli anni '80, un fantasioso libro Anna-chronique (Longanesi, '86) di cui Anna Piaggi è l'assoluta eroina-interprete, raccontata con i disegni di Lagerfeld attraverso eventi straordinari e situazioni oniriche: la ricerca è di Vern Lambert, il testo della stessa Anna Piaggi. Il libro è stato pubblicato anche da Thames Hudson con il titolo A Fashion Journal.

Il salame

Una donna è geneticamente ben predisposta al salame. Di qualsiasi natura questo sia. Non so se sia per la forma fallica o per la derivazione suina (per lo più, non sempre). Ma date una salame ad una donna e questa vi ringrazierà. Pensiero veloce e brillante avuto durante una pausa "lavoro", in cui si "sfettlava" un salame in compagnia e si rideva a crepapelle, mangiando fettone alte un dito con cracker "dietetici senza sale e grassi aggiunti". Però il salame era di puro suino, nostrano. Morbido. Da qualche parte la "maialata" si doveva pur fare.

giovedì 20 marzo 2008

Finalmente....

....riesco a mostrarvi ciò che è stato un gran spettacolo.



wuuuuuuuu, tre metri sopra il pelo

Tu, omino dei miei sogni, dopo 10 anni mi fai rizzare ancora il pelo (delle braccia) all'ascolto di questa canzone.
Grazie, di cuore.

You, man of my dreams, make my hair raising listening this song.
Thank you very much.

(in inglese poichè lui mi possa leggere e capire, gli manderò il link a questo blog... potrebbe nascere una storia molto LOVE SEX MONEY).


I hurt myself today
To see if I still feel
I focus on the pain
The only thing that's real
The needle tears a hole
The old familiar sting
Try to kill it all away
But I remember everything

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt

I wear this crown of shit
Upon my liar's chair
Full of broken thoughts
I cannot repair
Beneath the stain of time
The feeling disappears
You are someone else
I am still right here

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt

If I could start again
A million miles away
I would keep myself
I would find a way

martedì 18 marzo 2008

Forse è il momento....


Vi sto scrivendo da un MacBookPro di ultima generazione.
La voglia di tramutare i tasti in parole aumenta con questo gioiello.
La voglia di volatilizzare i risparmi è tanta.... lo vorrei bianco.
Dopo Pasqua.... potrei lanciarmi e capovolgere il mio concetto di comodità tecnologica.

domenica 16 marzo 2008

www gesti eclatanti

Adoro le sorprese. Molto probabilmente perché mi diverto con le novità.

Adoro farle; riceverle mi ammalia e “paralizza” benevolmente.

Mi è stata fatta una sorpresa. E sono rimasta stupita da questa.

Una passeggiata a quasi 2.000 metri di altezza sulla neve.

Beh, è stata una sorpresa anche se mi era capitato di dire più volte “mi piacerebbe passeggiare parlando anche in silenzio mano nella mano”.

Un piccolo input, ma innocente. Una frase detta in modo veloce per esprimere un piccolo desiderio, un qualcosa che mi andava di fare in quel momento.

Ma anche in tanti altri momenti, nel momento della sorpresa…. E forse sempre.

Presa e catapultata a 2.000 metri in un pomeriggio di marzo, quando ormai è primavera… per potermi far camminare sulla neve. Ma non camminare sulla cima più alta dei nostri Appennini semplicemente.

Camminare per 2 ore mano nella mano parlando anche in silenzio. Sulla neve con gigantesche ciaspole per non affondare, cadere, scivolare.

Credo che anche gli Alpaki giganti biondi che non hanno mai fatto “gesti eclatanti” stiano imparando. E molto bene.

E siano anche più bravi di me.


giovedì 13 marzo 2008

Raccontare il consumo - Strumenti per l'analisi

Questo post vuole essere una nota integrativa di ciò che è stato il mio lavoro ed il "nostro" lavoro (mi rivolgo alla "vera" autrice, Maura, ed agli altri collaboratori).

Il tema del consumo, il suo senso ed il suo svolgersi quotidianamente in un frangente quasi narrativo è ancora uno degli argomenti più attuali di ricerca e discussione nel panorama socio-economico. La società è ciò che mette in moto l'economia. La società è composta da consumatori e noi siamo tutti consumatori in quanto "viventi". Vivere necessità il consumo.

Continueremo a parlarne mercoledì 26 marzo alle ore 18.00 - Palazzo Soragna, Strada al Ponte Caprazucca 6/a (Gruppo Giovani dell'Industria di Parma).

Aldo Tagliaferro, giornalista di Economia, introdurrà una sessione molto interessante di discussione sul tema del consumo ed il suo senso oggi.
Lieta di avervi con me.
Servirà l'invito all'evento. Chiedetemelo senza riserve.

Raccontare il consumo - Strumenti per l'analisi, a cura di Maura Franchi - FrancoAngeli


mercoledì 12 marzo 2008

Ho imparato...

Ho ricevuto un'e-mail oggi molto carina. Non posso ignorarla.

Ho imparato... che nessuno è perfetto...
Finché non ti innamori.
Ho imparato... che la vita è dura...
Ma io di più!!!
Ho imparato...
che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu...
le prende qualcun altro.
Ho imparato... che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da
un'altra parte.

Ho imparato...
Che bisognerebbe sempre usare parole
buone...Perchè
domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato... che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato....
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato... che
quando tuo figlio
appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno... ti ha agganciato per
la vita.

Ho imparato... che tutti
vogliono vivere in cima
alla montagna....Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la
scali.

Ho imparato... che bisogna godersi
il viaggio e non pensare solo alla meta..

Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due
circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato...
che meno tempo spreco...
più cose faccio.

martedì 11 marzo 2008

Chiù pelo pè totte....

What a such orgasm!!!

Sputare nel piatto in cui si mangia

Giorni fa ho scritto dell'emozione provata alle sfilate di Milano durante la settimana della moda. Ieri in ufficio è arrivato il dvd contenente l'intera kermesse a cui ho partecipato: vedere il mio testolino da furetto sbucare in seconda fila durante il via vai di passi veloci e "tacchettanti" mi ha fatto ri-sorridere. Ha fatto emozionare anche mia madre, che, ieri sera, si è sorbita il dvd per 3 volte cercando di vedere dove ero seduta e cosa stessi facendo durante lo show.
Scrissi: "tutta fuffa".
Beh si, lo ammetto.
Però stamane, al mio arrivo in ufficio, e dopo aver aperto un pacchetto sopra la mia scrivania, ho dovuto ritrattare per la sesta volta. La nuova pochette di Prada dentro ad un involucro di cartone e bustona UPS hanno indotto il mio "voltafaccia": "piccolo pensiero" da una collega milanese dello showroom omonimo.
Rimangio lo sputo: fuffa sì, ma io per prima godo nel vedere ed avere tutto questo.

lunedì 10 marzo 2008

Persepolis - Marjane e il lato più forte di tutti noi

Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
La sua visione mi ha isolato e spappolato sulla poltrona del cinema. Un'animazione grafica degna di contenuti più sublibi di pellicole d'autore.
Marjane, la protagonista, più concreta e vera di tante interpretazioni femminili hollywoodiane.
Un'animazione che gira intorno ad un fulcro e, come un meccanismo di una leva, gira intorno a questo: non è un semplice "cartone animato". E' un film-fumetto bidimensionale, in bianco e nero per buona parte della visione. A colori solo quanto la protagonista raggiunge la libertà.c'è gente che muore per le proprie idee; c'è gente che vuole essere libera (perchè non potendolo essere impara il significato più rapidamente di quella parola).

venerdì 7 marzo 2008

Il porno che conta

Siamo ormai soliti misurare e paragonare qualsiasi cosa. E' da giorni che focalizzo i miei pensieri più perversi sui metodi oggettivi nel classificare un "buon sesso".
A sentir parlare gli uomini, la cosa più bella che possano avere da una donna sono i famosi "pompini da urlo". Ma cosa rende "da urlo" una fellatio?
L'arroganza. Credo che una buona dose di successo per la donna (e nell'accogliere per l'uomo) sia la voglia mostrata nel farlo. Bando alla dolcezza, espressioni di delicatezza ed affetto verso il partner. Evitiamo contatti "intimi sentimentali". Fondamentale fare la porca (dicesi porca colei che mostra molta voglia di esibirsi sessualmente e di ricevere e dare godimento).
Maturando, mostro interesse sempre più verso la
lingerie da combattimento. E qui, credo, sia importante crescere professionalmente per divenire sì porca, ma porca di lusso, porca gioiello.
E penso che sia un ingrediente molto piacevole, a sorpresa, anche per l'altra parte maschile (o femminile in un rapporto lesbo).

giovedì 6 marzo 2008

Io c'ero...



Da bambina e da adolescente amavo sfogliare giornali di un certo volume (perchè erano pesantissimi e perchè non capivo il senso di così tante immagini e poche parole scritte) sul terrazzo di casa, a piedi nudi e circondata dai diversi cani che hanno vissuto con me la mia crescita.
Cercavo di immaginare come fosse una sfilata di moda, come fossero dal vivo questi esserini impeccabili (le modelle), perchè camminassero così stranamente, perchè facessero loro indossare abiti così assurdi e strani.
Venerdì 16 febbraio, a Milano Moda ho avuto le mie risposte. O meglio, ho tratto le mie impressioni e mi sono data risposte. Risposte a domande "di gioventù" che però avevano già un senso. Quello di osservare un mondo completamente vuoto, senza contenuti.
Ed i contenuti devono essere creati, o almeno far finta di aver creato qualcosa. Più si propongono stranezze più si parla di loro. Più si ha creato.
Che cosa ancora non capisco, se non della gran fuffa.

mercoledì 5 marzo 2008

Complimenti a.....

  1. al mio amico Matteo che pian piano ha cominciato a vivere rendendosi attivo a questo mondo. Le sue doti gionalistiche stanno pian piano emergendo e facendo i suoi frutti. Incula la balena!!!
  2. a me: è uscito il libro in collaborazione con la cara amica Maura. Ho accettato un suo invito a cena per festeggiare degnamente, con lei, in un ristorante in centrissimo a Parma. Brindisi a base di vino rosso fermo (il mio preferito): "ALLE PAROLE". Sì, alle parole ed al loro valore. Riserveremo sorprese a noi stesse ed al mondo in un prossimo futuro.
  3. al mio ginocchio: continuo a non usare le stampelle nonostante i legamenti siano andati a .....

Queens of the night

Prendi un venerdì sera di fine febbraio. Aggiungi una cena a casa di una amica-collega per festeggiare la sua casa nuova ed inizio convivenza (con un uomo), una buona pizza, una manciata di amiche-colleghe tra i 22 e 35 anni, una festa a tema in una discoteca del centro di Reggio Emilia. E la serata (nottata) è servita.
Se ci si aggiunge anche un motivetto ballerino ripetuto per tutta la serata in discoteca, sgambettando.... una foto da vip in posa "oddio ho un drink in mano che figura alcolica ci faccio", beh. Mi sono divertita come un'asina!!!
Last but not the least: ballare senza inibizioni è liberatorio. Purtroppo, solo la dance anni '90 "più maranza" mi permette di farlo a questi livelli "agonistici".

martedì 26 febbraio 2008

Tikako disse: non si può morire perché si è donne

A pag. 142 del n°5 (6 febbraio 2008) di Vanity Fair “vive” un gruppo di donne con i coglioni.
Alpaca gigante biondo mi perdonerà se ogni tanto rispolvero il linguaggio più efficace e diretto: quello “sboccato”.
Parità uomo-donna: non me ne può fregare di meno. Le discussioni nascono quando ci sono soggetti che si percepiscono inferiori e vorrebbero solo sentircisi e non esserlo. Non voglio parlare di questo.
Violenza sulle donne: siamo tutti, vagina o pene, soggetti a violenze, più o meno piccole, quotidianamente, sia mentali sia fisiche. Il dover attendere 2 ore davanti ad uno sportello in posta per pagare una bolletta è una violenza fattami subire da impiegati ex-statali, che a loro volta subiscono violenze dalla società privata per cui lavorano che li paga una miseria. Non voglio parlare di questo.
Donne sull’orlo di una crisi di nervi: gran bel film, ma siamo tutti, vagina o pene, sclerati. Non voglio parlare di questo.

Voglio parlare delle cose che cambiano. E che possono cambiare. E che le persone, in questo caso donne, hanno voluto e fatto cambiare.
“Il mare è fatto di gocce” è una stupenda frase fatta che uso sempre più spesso, ultimamente. Perché voglio credere (e penso) non sia solo “leggenda metropolitana infondente fiducia e ottimismo”.

Tikako è una delle 50 abitanti di Umoja, villaggio keniano in cui sono ammesse soltanto donne. Prima di fondare Umoja, Tikako ha subito mutilazioni genitali, violenze di ogni genere (psico-fisiche) e la perdita di ogni forma di femminilità. Come tutte le donne nate nelle tribù centro-africane e non solo. Tagliare il clitoride il giorno stesso in cui si viene data in moglie (dai 12-13 anni ai 17), le botte subite dai mariti (perché un marito che faccia bene il suo “ruolo” deve picchiare la moglie almeno ogni sera), i capelli rasati a zero (perché la donna non ha il diritto di apparire affascinante e femminile) sono alcuni dei dettagli più grossolani della vita di una donna nata nel posto sbagliato.

A Tikako, dopo l’ennesima violenza, girarono le palle. Pensò: “perché non ci facciamo un villaggio tutto nostro? Senza maschi? Per campare creiamo gioielli e li vendiamo ai turisti. Viviamo tutte assieme, così sappiamo chi è malata e chi ha bisogno di cibo, chi ha bisogno d’acqua e chi di un abbraccio”.
50 donne, ora, hanno formato un villaggio in cui non voglio uomini. Nel centro Africa, in Kenya.

La lettura di questo meraviglioso articolo di Imma Vitelli (che stimo molto in quanto curiosa al punto giusto per poter scrivere “oltre”) non mi ha lasciato indifferente. Non perché sconvolta da ciò che, nel 2008, accade ancora, soprattutto alle donne ma non solo, in gran parte del nostro mondo. Ma perché, nel 2008, c’è gente con le palle, alimentate dalla disperazione sì, ma pur sempre PALLE.
L’episodio ritrae donne con le palle. Ma sono cosciente delle palle (non scroto fisico) che hanno continuamente gli uomini.
Vagina o pene, non importa. Importa la voglia di voler essere “una goccia”

giovedì 21 febbraio 2008

The last day on Earth

L'ansia è una brutta bestia per tutti. Ho letto, di recente, su una rivista (Glamour di marzo) che 1 persona su 3 ne soffre quotidianamente ed in modo invasivo: con questo si intende (ed intendo) il compromettere la propria gestualità e vita di tutti i giorni in funzione di un morbo che credo sia da non sottovalutare.
Io ho una forma di ansia, da anni ormai, dovuta al mio maturare velocemente. La chiamo ansia da "last day on Earth", fare, vivere, creare: ho l'ansia di fare cose, di non perdere tempo.
"Fare cose" e "non perdere tempo" sono 2 cose diverse. Mi appartengono entrambe.
"Fare cose" significa, per me, vedere gente, conoscere, creare, pensare, schiaffarmi serate a tema da sola e non solo, inoltrarmi in selve oscure della mia mente, costellate da seghe mentali ed immagini bizzarre del mio capo (detto "cazzo buffo") mentre si scopre povero e vaga in giro per la città in mutande.
"Non perdere tempo" è un arte. Sì, perchè normalmente si perde tempo vivendo. Io ho sempre cercato IL VALORE AGGIUNTO nelle cose e nelle persone. Il non perdere tempo è il cercare di evitare cose e persone che non hanno valore aggiunto. Mortificherebbero le nostre esperienze.
Detto questo, mi vado a prendere un caffè e mi rimetto al lavoro.

martedì 19 febbraio 2008

Merde

Mi sono riscoperta una inguaribile (questi dannati luoghi comuni!!!) romantica. Forse dovrei darmi al cinema trash o demenziale per non riuscire, almeno una volta, a piangere durante un film. Nemmeno alla fine. Dai 45 minuti in poi di trama.
Sono patetica.
E patetico è il mio modo di celare le lacrime al cinema.
Patetico è il mio modo di chiedere il permesso alle persone che stanno guardando il film con me, "se posso piangere un pò in anticipo".
Ho visto "un'ottima annata" a letto col pigiamone felpato, le mie calzine a righe preferite dalle tonalità rosa. Ho pianto dopo già un'oretta dal suo inizio trama.
Bellissima storia d'amore, che rimane marginale al film, perchè questo, in realtà, parla di tutt'altro.
Parla di come prendere la vita e di cosa abbia una degna importanza in questa. Russel è molto bravo. Lei ancor di più.
Ed io sono ancor più brava perchè stasera inizio il corso di francese "fai da te" e fra poche settimane riuscirò ad intortare il mio uomo come fa lei nel film con la "r" da figa, dicendogli "merde, je t'aime".
Sono carica. Merde, merde, merde. Ho ancora problemi con questa "r" semi-moscia-arrapante....
Merde, merde, merde....

giovedì 14 febbraio 2008

Il mio primo carnevale: domenica 10 febbraio 2008



Per essere bambini a tutti gli effetti bisogna essere puri e spensierati.
Io percepisco la spensieratezza come l'assenza di pensieri negativi.
Non ho avuto spesso, da piccola, la possibilità di avere la mente sgombra da ansie e frustrazioni già mature, da persona adulta. Questo, credo, mi abbia comportato un'infanzia poco felice e per niente spensierata.
Mi ricordo di aver riso pochissimo da sola, insieme agli altri bambini, insieme agli adulti.

Per recuperare non è mai tardi.

Da mesi vivo emozioni che mi sembrano "primordiali", mai assaporate nemmeno da piccola.
Circostanze in cui mi sorprendo ad allietarmi di piccole cose, piccole-grandi persone, secondi di circostanze vissute, magnifiche.

Domenica ho festeggiato il mio primo carnevale. Da piccola difficilmente mi hanno "vestito" da un qualcuno o qualcosa. Non c'era tempo e non era ritenuto nè divertente nè "da farsi".
Domenica mi sono "vestita" da me, nell'essere più puro che riesco ad essere, nell'essere più spensierato che riesco ad essere ora, e sono andata fra carri, bambini travestiti da ogni cosa, adulti iper-divertenti e completamente fusi nel personaggio di cui erano "pesudo".
Ad un certo punto mi hanno messo dentro una vasca che fungeva da "nido di foca" e fatto il bagno di coriandoli.
Ma il momento più bello è stato quando Alpaka Gigante Biondo mi ha preso in spalla per caricarmi sul carro facendo morire dal ridere Alpaka Piccolo Biondo già sul carro che ci tartassava di coriandoli.
E' bello saper di essere bambina.

One question: IS GOD ONE OF US?



If God had a name, what would it be
And would you call it to his face
If you were faced with him in all his glory
What would you ask if you had just one question

And yeah yeah God is great yeah yeah God is good
yeah yeah yeah yeah yeah

What if God was one of us
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make his way home

If God had a face what would it look like
And would you want to see
If seeing meant that you would have to believe
In things like heaven and in jesus and the saints and all the prophets

And yeah yeah god is great yeah yeah god is good
yeah yeah yeah yeah yeah

What if God was one of us
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make his way home
He's trying to make his way home
Back up to heaven all alone
Nobody calling on the phone
Except for the pope maybe in rome

And yeah yeah God is great yeah yeah God is good
yeah yeah yeah yeah yeah

What if god was one of us
Just a slob like one of us
Just a stranger on the bus
Trying to make his way home
Just trying to make his way home
Like a holy rolling stone
Back up to heaven all alone
Just trying to make his way home
Nobody calling on the phone
Except for the pope maybe in rome

mercoledì 6 febbraio 2008

Qui siamo oltre...



Non ho altre parole: " O L T R E "

martedì 5 febbraio 2008

Io ne ero molto convinta, ora ho la conferma...

I tacchi a spillo fanno bene al sesso

Secondo la ricerca di una scienziata italiana, pubblicata dalla autorevole rivista scientifica britannica 'European Urology', sembra che portare scarpe a stiletto migliori l´orgasmo femminile

LONDRA- Sono l´immancabile accessorio della «femme fatale», l´oggetto di culto dei feticisti, lo strumento di tortura per milioni di donne, che ne fanno uso per apparire più alte, più snelle, più sexy, nonostante la difficoltà e talvolta il dolore che comporti indossarli. Adesso qualcuno sostiene che i tacchi a spillo non solo allungano le gambe, ma fanno anche bene alla salute e all´erotismo, perché influiscono sui muscoli pelvici, detti «muscoli del piacere» per via del loro coinvolgimento nell´orgasmo.

Ad affermarlo è una ricerca pubblicata dalla autorevole rivista scientifica britannica European Urology, anticipata dal Sunday Times di Londra, sebbene l´autore o meglio l´autrice sia italiana: la dottoressa Maria Cerruto dell´Università di Verona. Stufa di teorie che addebitano ogni male ai tacchi a spillo, e desiderosa di difendere una scarpa che lei stessa porta volentieri, la scienziata italiana ha sottoposto a un test 66 donne al di sotto dei 50 anni, misurando l´attività elettrica prodotta dalle pelvi a seconda della posizione assunta dai piedi e ha scoperto che coloro che tengono i piedi ad un´angolatura di 15 gradi dal pavimento, corrispondente a un tacco di 7 centimetri, evidenziano una riduzione del 15% dell´attività pelvica. Ciò significherebbe, in sostanza, che i tacchi alti rilassano i muscoli pelvici, aumentandone la forza e la capacità di contrazione. E muscoli pelvici bene allenati permettono una maggiore eccitazione sessuale e di conseguenza un piacere più intenso.

Con lo "stiletto" ai piedi le donne farebbero questo tipo di ginnastica quasi senza accorgersene, afferma la ricerca. «Le donne sono spesso in difficoltà nell´eseguire esercizi per la zona pelvica - osserva la dottoressa Cerruto - e indossare i tacchi alti può dunque rappresentare una soluzione. Anch´io amo i tacchi alti, sebbene siano scomodi. Ora sappiamo che hanno anche possibili effetti positivi sulla salute». Manolo Blahnik, lo stilista considerato il reinventore dei tacchi a spillo, esulta: «E´ una splendida notizia, ma non bisogna esagerare. Un tacco superiore agli 11,5 centimetri impedisce di camminare bene e non è elegante».

Zoe Mc Nully, un´istruttrice che ha lanciato a Londra un corso di ginnastica in tacchi a spillo, concorda: «Quando si indossano le scarpe col tacco alto si fanno lavorare muscoli che nemmeno si sa di avere». Ma Matt Roberts, personal trainer di Madonna, Naomi Campbell e altre stelle dello show-business, è scettico: «I tacchi alti costringono a contrarre i muscoli delle natiche, delle gambe, dello cosce e questo aiuta ad avere un fisico tonico, ma ginocchia e caviglie sono costantemente sotto pressione.

mercoledì 30 gennaio 2008

Vivacchiare non è da me

A.A.A. cercasi felicità alla mia portata, serenità duratura ed ottimo sesso orale.
B.B.B. non si vive di solo cuore, ma i ragionamenti contorti e le auto-analisi mi hanno esasperato.
A.L.L.E.F.E.R. a Mancasale, sui campi aperti al maggese, viene spalmato un buon liquame proveniente dall'inceneritore. Credo mi verrà un tumore ai polmoni.
O.G.G.I. vorrei andare in centro a Reggio Emilia, in tarda serata, per rischiare uno stupro e provarmi, ALMENO CALZARE, gli stivali di Gucci visti sabato pomeriggio. Ma, MI PROMETTO, non li comprerò, anche perchè non ho ricevuto nessuna vostra offerta.
F.U.R.R.Y. vorrei poter avere un furetto sempre con me, sulla spalla, per condivisione disperazione e momenti di felicità.
M.I.O. P.A.D.R.E. M.A.R.I.O. Ieri sera, al mio ritorno dal lavoro, si è esibito: "Alle, ho paura. Non è che con questi ritmi ti fai le canne per rilassarti?" "Pa, le canne stordiscono. Io ho bisogno di concentrazione ed energia. Qui entra in gioco la cocaina" "Vieni a zappare l'orto con me, ti prego".
Si, sabato mattina, caro papà, verrò veramente a zappare l'orto con te...vorrei le fragole e le carote tenere quest'anno.

lunedì 28 gennaio 2008

Un buon week end...

Il week end per il lavoratore è come la ciotola di zuppa per i deportati ebrei nei campi di concentramento. Il paragone è brutale, ma è molto attuale ed è molto pertinente.
Ed io mi sento, a tratti, sfruttata, denutrita, demoralizzata.
Talvolta. Appunto, a tratti.
Il week end trascorso è stato il primo week end "senza lavoro" dall'inizio dell'anno, in cui la mia mente si è, finalmente, rifiutata di trattenere fili conduttori con l'ufficio e tutto ciò che ne concerne.
Sarà la tendenza di Allefer per il 2008: niente canali aperti con la Mancasale bene durante i week end (a meno che non siano week end di lavoro generosamente retribuiti, se non economicamente, almeno nel mio orgoglio personale).
Cosa fa il presidente in carica del Club della Moda durante un sabato soleggiato, non troppo freddo, di gennaio?
Passeggiatina di un'ora e mezza: partenza da casa con i-pod fucsia, scarpe da ginnastica, bomberino senza maniche, occhiali da sole.: passo sostenuto per rassodamento glutei e finale allungamento, per evitare i polpaccioni e gambe da pastore. Intramezzo: dopo i primi 7 km, mi sono sdraiata nel pieno centro di un campo, in order to raggiungere un centro di gravità permanente.
Alle ore 15.30 del pomeriggio ero sotto casa della Vero. Shopping a go-go in centro a Reggio Emilia. Poche soddisfazioni: tanti sconti ma poca roba con un certo valore aggiunto. Ho comprato un vestitino alla Audrey Hepburn alla Pinko. Valore aggiunto medio. Non potevo lasciarlo in negozio. Si sarebbe offeso.
Pulcinella: Cristo Santo. Quel negozio in Vicolo Trivelli, in pieno centro, mi fa andare giù di testa. Stivali di Gucci A\I 2007\2008 in sconto al 30%, ma pur sempre ad un prezzo indecente. Non so se vendermi un polmone od un rene.... ma li vorrei. Forse dovrei svendere il "famoso" culo, ma non me la sento. Vorrei rimanere di sani principi sia prima sia dopo il matrimonio.
A questo punto colletta in famiglia e non. Chiunque mi voglia aiutare...è benvenuto, si accettano anche offerte inferiori ai 20,00€.
Ho trascorso il tragitto di ritorno a casa con la Vero parlandone. Ho trascorso la serata di sabato pensandoci. Ho trascorso la nottata di sabato pensando a cosa vendere su E-bay per comprarmeli.
Sono il presidente delle stimmy ad honoris causa. Capito ora il perchè?
Domenica spensierata ed ilare. Pranzo con la figona di mia nonna materna, mio zio e mia madre. Cappelletti in brodo.
Serata da ricordare: cinema dal prete nel paese natio dell'Alpaka Gigante. Film visto: il mistero delle pagine perdute. Prova d'amore, conoscete la mia predilezione per il film d'autore. Devo ammettere, però, che mi ha preso abbastanza il filmetto e che non è stata una prova così dolorosa... Anzi! Ho imparato che bisogna sempre seguire la corrente dell'acqua, il suo canale di scolo, per capire dov'è la possibile uscita in caso rimanga intrappolata dentro a grotte o a vecchi labirinti con tesori inesplorati. E poi, ho imparato che ci si torna ad amare, anche dopo anni, mesi, in cui si perde il filo conduttore dei rispettivi cuori... e che è inutile cercare di capire dove stia la ragione od il torto. Fatti non pugnette: risolvere.
Poi l'Alpaka Gigante mi ha detto che il mio nuovo braccialetto di Swarovski mi sta molto bene. Beh, devo dire che la cosa mi ha colpito assaie!!! Anche perchè l'avevo indossato apposta per farlo notare!!!
L'Alpaka Gigante è amico di Sandrino, un fabbricese innamorato di Luisa. Ieri sera al Bar Melo lo abbiamo aiutato a scrivere una lettera d'amore per Luisa. Vorrebbe che diventasse la sua ragazza. Ho scritto la lettera di Sandrino. E Alpaka Gigante l'ha incoraggiato: "stai tranquillo Sandrino, non è facile andare da una ragazza e dirle quello che provi. Quindi, lo scriviamo così è più semplice". E' vero, anche Alpaka Gigante mi scrive le cose difficili da dire ad una ragazza.... Con il dito indice sul palmo della mano. A volte inizia, poi si ferma a TI .... io me ne accorgo. Ma non lo faccio notare. Vorrei che la conclusione della frase divenisse più semplice per lui. E che il TI fosse solo l'inizio.

giovedì 24 gennaio 2008

Un attimo che diventa eternità

"Cosa cerchi?"
"Un attimo che valga una vita intera"

Ieri mattina, come ogni mattina da qualche giorno a questa parte, sono stata svegliata dal suono del telefono. Era una mia cara amica che ha preso l'abitudine di chiamarmi verso la mezza per darmi il buon giorno o, per meglio dire, buttarmi giù dal letto visto che ormai è già tardi!
Ma questa mattina c'era qualcosa di diverso; durante la nostra conversazione, mi ha comunicato la morte di un atttore americano: Hearth Ledger. Ora probabilemte molti di voi si chiederanno chi sia questo tizio ed il perchè di questo post dedicato a lui ed alla sua morte.
La prima volta che ho visto questo attore ero ancora una ragazzina, rimasta abbagliata dal suo facino, intriso di tutte le caratteristiche per piacere a una come me: alto con un gran bel fisico, castano chiaro, occhi non azzurri ma con quello sguardo che ti incanta.
Ma "l'amore" per lui è nato dopo aver visto e rivisto almeno una decina di volte il film, che l'ha portato al successo: CASANOVA.
Si, guardando questo film mi sono emozionata tantissimo. Proprio io che sono un'inguaribile romantica, avrei voluto essere la protagonista di quella meravigliosa storia d'amore che veniva raccontata.
Ebbene nella notte del 22 gennaio questo meraviglioso attore che ha regalato emozioni a miglioni di ragazze in tutto il mondo si è spento.
Seconto le notizie che arrivano dai telegiornali, dalle radio e dalla rete sembra che si sia trattato di un suicidio, dovuto ad un abuso di pillole, trovate sul cuscino di fianco a lui.
Lascerà un grandissimo vuoto nei cuori ti tutte le sue fans ma soprattutto della sua famiglia a partire dalla figlia Matilde che potrà rivedere il sorriso di suo padre solo attraverso i suoi film.
Chiudo questo post con un'altra frase tratta dal film Casanova: "...tra tutti i modi che ha l'amore per essere vero, uno solamente, unico e solo, è la somma di tutti gli altri...".


mercoledì 23 gennaio 2008

I don't like the drugs [but the drugs like me]




Brava ragazza, avversa ai vizi malsani ma perversa in quelli "sani".
Modello etico umano, cortese, solare, educata. Sorprendente a tratti: la presenza che tutti vorrebbero ad una cena formale, ma anche informale, per poter sparare "cazzate" con la stessa naturalezza con cui si parla "del terrorismo".
Sono io.
Ed io lavoro in un brutto ambiente.
Che non ha niente a che fare con me, così concreta, pragmatica, diretta e vera.
The fashion world is a shit!
Lo deve essere, per aver indotto in tentazione proprio Allefer.
Non ho mai visto così tanta droga navigare tra le mani, narici e tasche di così tanta gente e con tanta naturalezza. Il bagno pieno di modelle che sniffavano sulla tazza del cesso dopo aver vomitato il pranzo è indice del trovarsi nel posto sbagliato nel momento più opportuno per poter dire come realmente stanno le cose.
I tuoi colleghi che zonzolano fra gli stand della fiera per cercare della Maria (non madre di Gesù) perchè bisognosi di rilassarsi in albergo una volta finito lo sporco e duro lavoro. I pr delle varie case di moda che per poter reggere tutto il giorno il via vai di clienti e giornalisti e le feste fino a mattina camminano a narici bianche.
I ritmi di questo mondo, che mi sembrava meraviglioso ed in cui ho sempre sognato di lavorare, sono troppo frenetici.
O ti droghi o ti esaurisci.
Io sono nella seconda chance.
6 giorni di sole 3 ore di sonno per notte sono sfiancanti, aggiunti a 8 ore di fiera giornaliere, parlare con persone di cui non te ne frega un cazzo, pompare prodotti che non valgono una lira, esaltare ambienti, circostanze e feste alle quali sai benissimo andresti soltanto sotto tortura, cene di lavoro in ristoranti con 6 posate per posto, di cui non ne sapevo l'utilizzo (forchetta per antipasto, forchetta per carne, coltello per pesce, coltello per carne, cucchiaio per brodo....), discorsi incentrati sulla fuffa milanese, blackberry, macchine sportive, vacanze in barca, feste in discoteche in cui uscivi affumicata dal fumo e dalle polveri magiche...
Ho perso dei chili, ma non di grasso. Di energia e di stima in me stessa.
Giovedì notte, dopo soli 2 giorni, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Tutti avevano gli occhi spalancati, carichi come delle molle.
Venerdì 18 gennaio 2008, alle 23, ho avuto per la prima volta nella mia vita la tentazione di dire si quando è passato il "cannone" al mio tavolo....
Sabato mattina 19 gennaio 2008, alle 2 del mattino, ho avuto per la seconda volta la tentazione di chinarmi su un tavolo su cui poco per volta quasi tutti prendevano la fonte della loro energia.
Sono ancora io.
Nessuna magia chimica.
Ma tanto esaurimento.

sabato 19 gennaio 2008

ci siamo!


fra poche ore tornerà!
Sopravvissuta a:
  1. questo
  2. questo
  3. questo
  4. questo
  5. ..e pure questo!
Che dire...COMPLIMENTI :-)

giovedì 17 gennaio 2008

non disperate....

...la padrona di casa VI pensa e sarà presto di ritorno :-)
Sono stato nominato portavoce ufficiale, e quindi ecco alcuni brevi flash sulle sue condizioni.
Ah, per chi non lo sapesse ora si trova nella meravigliosa città di Barcellona!
A fare cosa? E' presto detto!




Sembra che:
  • si stia facendo un mazzo così
  • si stia distruggendo a suon di sangria
  • abbia a che fare con vip di alta levatura

  • inali, contro la sua volontà, fumi tossici ad ogni pausa-toilette
  • non mi abbia preso ancora nessun gadget :-(
Non oso immaginare le sue condizioni fisiche al rientro. Stimo un tempo di 15gg per la completa ripresa fisico-mentale :-)

Bye!

martedì 15 gennaio 2008

Il giorno in più di Fabio Volo

Nel febbraio 2006 rimasi incantata dalla quarta di copertina di un libro, notato all'entrata di una libreria in centro a Parma. Era il penultimo libro di Fabio Volo, UN POSTO NEL MONDO. Bello. Mi era piaciuto, letto tutto d'un fiato.
Nel dicembre 2007, in periodo di follia e smania natalizia, notai l'ultimo libro di Fabio Volo, IL GIORNO IN PIU', posto sulla testa di gondola di una corsia dell'ipermercato Ariosto, a Reggio Emilia.
Delusione.
Fabio, all'inizio (prime pagine) mi incuriosisci. A metà del libro mi annoi all'inverosimile, propinandomi frasi fatte, una dietro l'altra. Verso la fine mi emozioni.
Nelle ultime pagine mi fai venire voglia di fare cose bellissime, estreme e romanticissime con l'Alpaka gigante biondo.
Devo dire ciò che penso. Ho lasciato un commento del libro su IBS, non l'hanno pubblicato.
Perchè ho osato dire troppa verità, deludendo troppo gli ipotetici lettori. Sono contrariata. Non c'è più libertà di espressione e di stampa.
Il giorno in più, Fabio Volo, fa cagare.

lunedì 14 gennaio 2008

Sono come tu mi vuoi....

Poco tempo fa ho letto un libro..che mi è stato dato in dono da una mia cara amica.

Voglio riportarvi un pezzo che mi ha colpito molto.

"Nessuno ha più voglia di fare l'amore, non c'è più spazio per i veri sentimenti. E' rimasto solo il sesso, quello che gli uomini chiamano una sana svuotata di palle. E lo trovi ovunque. La ricerca è facile e veloce, come trovare i biscotti del Mulino Bianco al supermermato. Che ti rimane? Un senso di vuoto e un po' di profumo sulla pelle, che va via alla prima doccia. E' come bere acqua nel deserto e avere di nuovo sete dopo pochi minuti. Una cosa o un'altra ti è indifferente. Cambiando di continuo si perde il valore dell'unicità. Solo l'amore vero ti toglie la sete, sazia. Di quello c'è sempre meno traccia."

Ebbene in questo pezzo c'è molta verità. Anche se spero ci siano ancora persone in giro che credano nell'amore e nell'anima gemella, quell'entità fatta appoosta per noi, che ci fa sentire a casa. Io ad esempio credo fermamente che il mio principe azzuro esista e che prima o poi arriverà da me. Allora finalmente potrò dire che io e lui insieme formeremo un tutto.